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Nuovo ospedale e "affaire" Berno-Micalizzi: nuove accuse dalla Minoranza

L'ex sindaco e l'Opposizione tornano sulle questioni che hanno tenuto banco in aula lunedì

Bitonci e i consiglieri di Minoranza tornano sulla questione che ha infiammato l'ultima seduta del Consiglio Comunale: il Nuovo ospedale di Padova e l'affaire Berno-Micalizzi. L'ex sindaco punta il dito nuovamente contro Giordani: "Quando si prende un accordo tra gentiluomini si rispetta e lui non l'ha rispettato - dichiara Bitonci - Come ho ribadito quella sera il sindaco mi aveva detto che del Nuovo Ospedale si sarebbe parlato come primo punto dell'ordine del giorno, cosa che non è stata fatta. Giordani è chiaramnte succube della sua Maggioranza quindi è un sindaco che conta poco".

PARERE NEGATIVO.

In merito al tavolo del 3 novembre prossimo Bitonci replica:"Da sette anni c'è un parere negativo della Regione del progetto nuovo su vecchio. Se i tecnici regionali adesso dovessero dirgli ok, dovrebbero spiegare al governatore perchè per sette anni hanno sostenuto il contrario". E conclude: "Non vorrei che l'imputatura di Giordani portasse alla cancellazione del progetto del più grande polo della salute d'Italia".

BERNO-MICALIZZI.

Non da meno la questione Berno-Micalizzi portata alla ribalta nell'ultimo Consiglio Comunale. "Su Micalizzi pendono due spade di damocle c'è sia la questione dell'Alta Padovana e di Etra e quindi la segnalazione di Corte di Conti Enac su quell'incarico che ha avuto da consulente del presidente con un bando relativo ad un addetto stampa che è stato ritirato scentemente subito prima di dare l'incarico diretto Micalizzi poi ci sono i 2500-3500 euro che devono essere versati insieme al consigliere Berno. Ci sono varie richieste all'avvocatura al fine che Berno e Micalizzi pagassero le spese e a distanza di due anni e mezzo non c'è stato alcun pagamento. Berno sostiene che ci sia stato un tacito accordo? Ci chiediamo a questo punto con chi? Se ha preso un tacito accordo con qualcuno che ha ritardato la richiesta penso che questa sia un'ipotesi penalmente rilevante"

CAVATTON.

"Il consigliere Berno ha dichiarato che non è incompatibile con l'ufficio di consigliere comunale in quanto avrebbe esercitato un diritto connesso al suo mandato? Berno mente sapendo di mentire. - evidenzia Cavatton - La sentenza del Tar chiarisce che non poteva lui e l'allora consigliere MIcalizzi perchè non riestrava nella legittimazione attiva di un consigliere comunale in quanto quella delibera non toccava e tantomeno lo status di consigliere. Sulla questione deve procedere l'Amministrazione comunale e avviare la procedura di decadenza del consigliere Berno".

TACITO ACCORDO.

"Quando è stato dichiarato consigliere ha autocertificato che non aveva condizioni di incompatibilità con la carica di consigliere comunale  - continua Cavatton - Allora ci chiediamo: non ne sapeva nulla come ha dichiarato, c'era un tacito accordo con chi non ci è dato sapere oppure per lui vale lesinente che si può perdere le cause, essere condannati alle spese, non pagarle e assumere incarichi pubblici? Ci sembra una manifesta violazione delle condizioni di legittimità in cui deve operare l'organo consigliare: sarà questo il primo punto del prossimo Consiglio comunale".

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