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Il consigliere di Fratelli d'Italia e le offese ai giornalisti: «È che sono handicappati, altrimenti...»

Turrin, consigliere provinciale e comunale, si è lasciato andare a una offesa molto pesante nei confronti dei giornalisti che seguono le vicende politiche in città durante il consiglio comunale di lunedì 25 maggio

«È che i giornalisti sono handicappati, altrimenti sarebbe da chiamare qualcuno e dirgli…». Cosa esattamente volesse dire non appare poi così importante sapere. Ma l’affermazione del consigliere comunale e provinciale di Fratelli d’Italia, Enrico Turrin, durante il consiglio di lunedì 25 maggio, suona più che una nota stonata.

Offesa

Turrin si è lasciato andare a un'offesa molto pesante nei confronti dei giornalisti che seguono le vicende politiche in città, perché non si può neppure dire sia una brutta uscita riferita generalmente a tutta la categoria. L’offesa era ben mirata e si capisce benissimo, basta ascoltare l’audio della seduta. È accaduto durante la delibera riguardante l’avanzo di bilancio, si stava votando per chiamata nominale e i consiglieri sono connessi da casa. Quando è arrivato il momento del consigliere Antonio Foresta, che ha esitato nel rispondere, è partita l’offesa di Enrico Turrin.

Parole

Secondo l’Oms, handicap è una “condizione di svantaggio, conseguente a una menomazione o a una disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali”. E il termine handicappato rappresenta, sempre secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un modo di esprimersi vecchio e ritenuto dispregiativo, diventato oggi offensivo tanto da arrivare a non essere più utilizzato in nessun documento dal 1999. In pratica un termine bandito, perchè visto come un modo di definire le persone in modo dispregiativo. 

Da un rappresentante istituzionale è d’obbligo pretendere rispetto nei confronti di tutti, ovunque e a maggior ragione durante lo svolgimento di una seduta del consiglio comunale. Sminuire poi il tema della disabilità e utilizzare un termine che nessuno usa più, consapevole che è molto offensivo, è qualcosa che non si può tollerare. Meno grave appare il fatto che un consigliere comunale non sappia disattivare il microfono del proprio dispositivo e quindi non sapere quando è acceso e quando no. Nel 2020 sarebbe giusto aspettarsi maggiore dimestichezza con smartphone e tablet da parte della nostra classe politica, ma non si può pretendere tutto. 

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