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Opposizione unita: «Il governo Meloni blocchi i progetti del tram. Ci aiutino i padovani a Roma»

I consiglieri di minoranza scrivono al ministro dei Trasporti Matteo Salvini, presentando un dossier dettagliato sui conti (costerebbe 200 milioni in più del previsto). Replica di Ragona: «Numeri privi di senso. Prestano la stessa attenzione ai milioni di euro che io uso per i grammi della farina quando cucino le torte»

«Il governo blocchi subito la realizzazione della seconda e terza linea del tram. Costerà 200 milioni di euro in più rispetto al previsto ed è un progetto vecchio, assolutamente modificabile, che porterebbe ad un enorme spreco di denaro». L'opposizione chiama Roma. Scrive direttamente a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, puntando però ad avere una mano dai parlamentari di centrodestra e dai sottosegretari leghisti Massimo Bitonci e Andrea Ostellari per fermare la realizzazione di SIr 2 e Sir 3. Nel weekend è partito unn documento dettagliato pieno di conti e motivazioni per cui il tram "non s'adda fare".

I conti

«Per effetto dell’aumento dei costi dei singoli tram, come emerge dal recente contratto sottoscritto da Padova con Alstom, il costo dei previsti 37 tram diventa di 182 milioni, con un maggior onere di 50 milioni sul preventivato - spiega Ubaldo Lonardi, il consigliere leghista che ha preparato il documento inviato a Roma - .Quanto ai 300 milioni dei vari lavori stradali preventivati a prezzi di 4 anni fa e visto l’incremento dei prezzi del settore opere pubbliche, è da ritenersi prudenziale un 40-50% di maggior spesa. Si ha oggi, quindi, una maggiore spesa globale di 170 milioni milioni che porta ad un costo globale di circa 600 milioni per i 23 km di linee padovane, cioè 26 milioni a km. Più del doppio del costo medio al chilometro di una nuova autostrada a 3 corsie e la metà del costo medio della metropolitana di Milano».

Le anomalie

«Sbaglia chi crede che la nostra posizione sia ideologica e infatti in questo documento non c'è una sola riga di politica, ma solo le prove di quanto questo progetto sia folle» sostiene il capogruppo di Fratelli d'Italia, Matteo Cavatton. «Se questo progetto andrà avanti arriverà il momento in cui i padovani saranno inferociti, ma Giordani non sarà più sindaco e toccherà ai successori occuparsene. E' nostro dovere etico impedirlo» incalza l'ex candidato sindaco, Francesco Peghin. «Questa ostinazione è inspiegabile. Si faccia un referendum tra i padovani» aggiunge Manuel Bianzale di Italia al centro con Toti. «Non c'è nessuna ideologia, qui si sta per sventrare una città e noi siamo preoccupati sotto l'aspetto urbanistico» chiude la leghista, Eleonora Mosco. DEntro i contratti ci sarebbero una serie di anomalie che avvantaggerebbero solamente Alstom, ai danni del Comune.

Parlamentari

Il documento è stato inviato anche a tutti gli altri ministri, ai sottosegretari del ramo e ai parlamentari padovani a Roma interni alla maggioranza, quindi a Massimo Bitonci, Andrea Ostellari, Alberto Stefani, Arianna Lazzarin, Elisabetta Gardini e al ministro Urso: «E' ovvio che contiamo prima di tutto su di loro, perché conoscono bene la questione ed hanno un contatto diretto con chi prende queste decisioni. C’è stato un cambio di governo ed è quindi legittimo ci siano delle rivalutazioni e delle variazioni rispetto ai piani originari - confermano gli 11 consiglieri - .A loro per primi chiediamo l'immediato blocco all'utilizzo dei finanziamenti già approvati per le due linee, la sospensione delle attività legate al progetto, un lavoro di controllo sui programmi per rideterminare l'utilizzo dei fondi del Pnrr, che da soli basterebbero per riconvertire tutta l'attuale flotta con bus elettrici e fare di Padova veramente una città sostenibile e all'avanguardia».

Ragona

Immediata la replica dell'amministrazione, per voce dell'assessore alla mobilità, Andrea Ragona: «Nonostante l’aver impostato una campagna elettorale con al centro la battaglia contro il tram e aver ottenuto in cambio la peggior sconfitta elettorale di sempre, la minoranza continua a fidarsi delle scelte di Francesco Peghin e presenta al governo un documento che chiede di fermare il tram - risponde l'assessore - .Tale documento, che loro addirittura chiamano dossier, è condito da errori grossolani, linguaggio impreciso, scarsa conoscenza della materia e numeri assolutamente inventati. In quel documento l’opposizione presta la stessa attenzione ai milioni di euro che io uso per i grammi della farina quando cucino le torte. E no, non sono un bravo cuoco. Insomma credo che per quanto riguarda il tram i padovani possano stare tranquilli: non si modifica un progetto costruito da decine di professionisti e valutato dai tecnici del ministero perché Francesco Peghin si è svegliato male. Quello che deve preoccupare i padovani è avere una minoranza che lavora contro la città, contro il trasporto pubblico che anziché fare un’opposizione costruttiva punta a vanificare anni di progettazione. Un atteggiamento molto grave di cui la città ha dimostrato di essere stanca. Ricordo che il tram non solo è stato valutato positivamente dal ministero ma scelto anche come progetto finanziato dal Pnrr (nel quale è indicato come opera prioritaria) e quindi con un coinvolgimento dell’Unione europea proprio per la serietà e la realizzabilità del progetto. Un’opera che punta non solo a un miglioramento della viabilità, con una porterà di 150.000 persone al giorno ma anche dall’importante valore ambientale. Perché se da una parte i livelli di smog in città si stanno abbassando è anche vero che è in discussione a Bruxelles una nuova direttiva aria: e presto i livelli saranno ancora più stringenti. Non possiamo quindi permetterci di perdere tempo con chi ha interesse a far perdere alla città una grande occasione di sviluppo».

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