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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Padova si mobilita per Julian Assange e l'assessora Benciolini apre alla cittadinanza onoraria

Venerdì sera il padre del giornalista ha parlato in collegamento dall'Australia in una sala Anziani gremita in una serata organizzata dal Comune, dal centro per i diritti umani dell'Università, dai Giuristi Democratici e da Articolo 21. L'invito di Amnesty International alla manifestazione di martedì 20 febbraio, sotto Palazzo Moroni

In un mondo in cui i diritti umani sono sempre più a rischio e sempre meno rispettati, la vicenda del giornalista Julian Assange torna di dirimente attualità. Il giornalista australiano infatti, tra il 20 ed il 21 febbraio saprà quale sarà il suo destino. 

 Assange, fondatore di Wikileaks, sta aspettando di sapere cosa deciderà l'Alta Corte di giustizia britannica che deve dare o meno il consenso in merito all’istanza presentata dai suoi legali contro la decisione di estradarlo negli Stati Uniti. La famiglia, lo ha detto anche il padre in collegamento dall'Australia venerdì sera, in una serata dedicata a sostenere Assange tenutasi in sala Anziani a Padova, confida in un esito positivo. La speranza è l'ultima cosa che rimane perché in caso contrario scatterebbe la consegna immediata, senza ulteriori possibilità, alle autorità statunitensi dove scontare una condanna a 175 anni di carcere.

Assange si trova da quattro anni nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra dopo che giovedì 11 aprile, 2019 il fondatore di Wikileaks, fu arrestato a Londra nell’ambasciata dell’Ecuador, dove viveva dal 2012 come rifugiato politico su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’accusa è di aver violato la Computer Fraud and Abuse Act (CFAA), la prima legge contro gli hacker e le violazioni informatiche approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1986, questo perché avrebbe violato dei sistemi cifrati. Non è quindi accusato di spionaggio e non sono neppure le attività giornalistiche il nodo del contendere.  Nel 2010 sul sito WikiLeaks da lui creato sono stati pubblicati circa 600mila documenti riguardanti le guerre in Iraq e Afghanistan, ma non solo. Furono resi pubblici anche video che rivelavano veri e propri crimini di guerra compiuti dall’esercito americano. Documenti che fecero venire a galla violazioni dei diritti umani e scandali di vario tipo, ripresi e pubblicati sui più importanti giornali internazionali. 

E venerdì sera in sala Anziani, in questa serata voluta dall 'assessora Francesca Benciolini, da Articolo 21, il centro diritti umani dell'Università e dai Giuristi Democratici, si è potuta sentire la voce del padre di Assange che ha sottolineato come di fatto il figlio sia oggettivamente detenuto e costretto da 15 anni ormai. Recluso. Il presidente di Articolo 21, il giornalista Beppe Giulietti che da anni gira l'Italia per sostenere iniziative a difesa del collega australiano ha stimolato l'assessora Benciolini a far sì che anche Padova conceda la cittadinanza onoraria ad Assange. Dal 15 febbraio Assange è cittadino onorario di Roma, dopo che già altre città avevano preso la stessa decisione. Su questo l'assessora è stata più che possibilista e anzi ha ribadito pubblicamente che si impegnerà su questo avendo già parlato con diversi consiglieri comunali che condividono l'iniziativa. Alla serata, coordinata dal giornalista Roberto Reale hanno partecipato anche il professor Marco Mascia, presidente del centro per i diritti umani del Bo e l'avvocata Aurora D'agostino che è intervenuta in rappresentanza dei Giuristi Democratici. 

Anche la sezione patavina di Amnesty International ha lanciato iniziative sul nostro territorio a difesa di Assange: «Vista la  preoccupante situazione riguardante il caso del giornalista Julian Assange cittadino australiano, giornalista e pubblicista, fondatore della piattaforma Wikileaks e accusato dall’amministrazione statunitense per violazione di segreti di Stato, che si trova di fronte all’imminente pronuncia,  il 20-21 febbraio 2024,  dell’Alta Corte britannica in merito all’ultima possibile istanza d’appello contro la sua estradizione negli Stati Uniti dove lo aspettano fino a 175 anni di carcere duro, senza possibilità di difendersi, Amnesty International Italia chiede una mobilitazione nazionale per sostenere il suo caso e invita tutti a partecipare al sit in di fronte a Palazzo Moroni, il prossimo 20 febbraio».

Locandina Assange (1)

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