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«Anche le parole sono violenza», il basket veneto risponde agli insulti contro la direttrice di gara

«Devi fare la fine di quella di Vigonovo», rivolto all’arbitra 17enne e gridato su un campo da basket il giorno dell’addio a Giulia Cecchettin, dagli spalti, durante una partita di Pallacanestro, ha immediatamente messo in moto iniziative da parte della FIP Veneto

“’Devi fare la fine di quella di Vigonovo’, gridato su un campo da basket il giorno dell’addio a Giulia da un ragazzo sugli spalti, durante una partita tra Pallacanestro Camin e Cittadella Brenta Gunners. Insulto rivolto all’arbitra, una ragazza 17enne. Per questo, a seguito di questo deplorevole episodio il Comitato regionale Veneto in occasione delle gare che si disputeranno nelle prossime due settimane ha deciso di mandare un segnale forte in risposta ai recenti fatti di cronaca che hanno colpito il nostro movimento. A partire dalle gare di questo fine settimana e proseguendo fino a quelle del 16-17 dicembre, su tutti i campi e in tutte le categorie verrà lanciato il progetto “Lascia il Segno! Tifa e Taci – Anche le parole sono violenza”.

Allenatori, giocatori, arbitri e spettatori saranno infatti chiamati a disegnare un segno rosso sul viso, in un grande abbraccio che coinvolgerà tutte le persone presenti, come segnale di solidarietà al giovane arbitro incivilmente offeso a Padova. All’inizio di ogni partita Allenatori, giocatori, arbitri e spettatori con un segno rosso visibile sul viso si abbracceranno in campo: tutte le società saranno tenute a inviare allo scrivente comitato una foto che verrà poi pubblicata sui nostri principali canali di comunicazione. «Non vogliamo lasciare cadere nel vuoto quanto accaduto e vogliamo mandare un segnale concreto che non sono più tollerabili certi comportamenti nelle nostre palestre – le parole del presidente del Comitato regionale, Roberto Nardi – Per due settimane, a partire da questo week end, in tutte le palestre ogni partita inizierà con questo gesto importante che dovrà coinvolgere Allenatori, giocatori, arbitri e spettatori. Nessuno escluso. I palasport non sono sfogatoi e nemmeno zone franche dove ognuno può permettersi di insultare o maltrattare le persone. Chiediamo la massima collaborazione da parte delle società». 

Il senatore De Poli ha voluto sottolinare questa iniziativa e condannare l'episodio: «Esprimo solidarietà nei confronti della giovane sportiva e mi auguro che il Comitato regionale della Federazione italiana pallacanestro – che, fra l’altro, ha già assunto una posizione chiara in tal senso – possa prevedere le adeguate e giuste sanzioni. Non possiamo più tollerare queste espressioni di una mentalità maschilista e retrograda che non appartiene al Dna delle nostre comunità. Il papà di Giulia, Gino Cecchettin, ci ha lasciato un messaggio carico di significato e di emotività. Quel messaggio, oggi, richiede una condanna forte nei confronti di quanto è accaduto affinché simili episodi non si ripetano mai più».

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