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Il Partito Democratico preferisce il reddito d'Inclusione, da Padova la campagna per difenderlo

Sinigaglia: «Valido strumento per aiutare le persone in difficoltà, non è un obolo assistenziale come il Reddito di cittadinanza»

«Il Reddito di cittadinanza è almeno cento passi indietro, legato a una logica assistenzialista che nessuno persegue più. Meglio, molto meglio, tenersi il Reddito di inclusione sociale”. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia che oggi a Padova, insieme al segretario veneto Alessandro Bisato e al segretario provinciale Vittorio Ivis,  ha lanciato la campagna contro lo smantellamento del Rei. “Il PD ha già attivato una petizione su Google, ‘No all’abolizione del reddito di inclusione sociale’ e su Change.org e avvieremo una raccolte di firme in tutti i circoli e nelle piazze».

Le altre questioni in ballo

«Dobbiamo pensare alla presa in carico da parte dei Comuni delle persone e delle famiglie in difficoltà, non a un obolo assistenziale, anche se collegato alla ricerca, ipotetica, di un’occupazione. Occorre il lavoro di squadra attivato dal Reddito di inclusione che oltre al contributo economico elabora la presa in carico familiare coinvolgendo assistenti sociali, psicologi del lavoro, Centri per l’impiego, addetti alla formazione, cooperative, sistema educativo e privato sociale. Purtroppo - sottolinea Sinigaglia - non è sufficiente trovare la soluzione lavorativa, perché ogni famiglia ha determinate difficoltà da affrontare: bisogna risolvere anche quella educativa, formativa, legata alla salute in base a progetti personalizzati». Ad oggi in Veneto sono 24.838 le persone che hanno beneficiato del Rei, 8.810 nuclei familiari con un assegno medio di 264, 42 euro. Per quanto riguarda Padova accolte 548 domande  (280 nuclei con figli) su 1526 presentate, con 81 invii diretti al Centro per l’impiego e 210 progetti personalizzati multidimensionali.

I dati

Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati dati che indicano una situazione economico-sociale in peggioramento: «In Veneto il 17,9% della popolazione è a rischio  povertà o esclusione sociale, un punto percentuale in più rispetto all’anno prima. Sono circa 877mila le persone residenti in Veneto che non riescono a vivere dignitosamente di cui circa 250mila non sono in grado di provvedere ai bisogni fondamentali, a Padova sono circa 20mila quelle a rischio povertà relativa e attorno alle 10mila in grave deprivazione materiale». Maggiormente ‘in pericolo’ donne, giovani, chi ha un basso livello di istruzione, chi vive da solo, specie se anziano e le famiglie con tre o più figli. Ma soprattutto i minori, che il reddito di cittadinanza ignora. «I numeri sono impressionanti: sono oltre 165 mila i bambini e i ragazzi veneti sotto i 18 anni a rischio povertà o esclusione sociale, il 35% in più rispetto al 2009. Particolarmente alto è il disagio legato al sovraffollamento abitativo: un bambino su tre vive in case troppo piccole per la dimensione della famiglia, non avendo a disposizione uno spazio adeguato per sé, neanche per studiare. Cresce anche il numero di chi, per motivi economici, non può partecipare alla gita scolastica, praticare sport o altre attività extrascolastiche, Per le loro famiglie il Reddito di cittadinanza dei grillini non può essere una risposta adeguata. Ci deve essere la presa in carico di tutti i bisogni, come viene garantito dal Reddito di inclusione».

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