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Politica Ponte San Nicolò

Lega, tensione tra base e segreteria: i militanti scelgono il candidato ma il partito ne impone un'altro

Un nuovo caso scuote la Lega: nel comune di Ponte San Nicolò una situazione simile a quanto accaduto a Scorzé e Valdobbiadene, dove i militanti per mesi lavorano per una candidatura ma poi la segreteria impone un altro nome

Sembrava tutto chiaro visto che il percorso che ha portato alla candidatura di Marco Corazza è stato limpido, con incontri pubblici e il coinvolgimento di tanti storici militanti leghisti oltre che di associazioni e di cittadini. Per questo ha destato sconcerto che il partito di Salvini, all'ultimo momento, abbia deciso di correre a sostegno di Carlo Bermone, che invece è indicato da Fratelli d'Italia. La cosa ha creato discussione e malumore, non solo nel comune. Di fatto è stato sfiduciato il lavoro messo in atto da militanti storici, come l'ex presidente di Ater Gianluca Zaramella, o altri volti e nomi noti come Marco Schiavon, Gregorio Buso e Claudio Miolo. «La cosa sconcertante, oltre al fatto che si sono buttati mesi di lavoro e che i cittadini non hanno davvero capito questo dietrofront, è che nessuno ci ha spiegato nulla», sottolineano i quattro che hanno anche firmato un documento per far sapere che continueranno a sostenere Corazza. Come se la Lega avesse due candidati di fatto. Uno proposto dalla base e uno dal partito. 

Inizialmente Corazza avrebbe dovuto essere l'unico candidato del centrodestra. Di tutte e tre le forze politiche. Ora, liste civiche a parte rimane il sostegno di Forza Italia e dei leghisti che hanno fatto il percorso per la sua candidatura. Mesi e mesi di lavoro. Per questo c'è sconcerto a fronte di questa situazione. Una situazione si è verificata anche nel comune di Scorzé, nel veneziano, e in quello di Valdobbiadene, nel trevigiano. 

Tornando alla vicenda di Ponte San Nicolò le prime conseguenze di questa che è evidentemente una decisione calta dall'alto che ha creato imbarazzo e sconcerto tra i militanti leghisti, la segretaria locale della Lega, Alessia Schiavon, si è dimessa immediatamente dopo aver saputo di questa decisione. Lei nega sia per questo motivo, ma facendo un collegamento prima di tutto logico e poi anche cronologico, le due cose molto probabilmente vanno legate. La diretta interessata lo spiega adducendo ad una motivazione personale, senza alimentare il fuoco delle polemiche con ulteriore benzina, ma nonostante il suo intento il dubbio rimane. Chi di certo non si lamenta di questa situazione è Gabriele De Boni, unico volto candidato dal centro sinistra. 

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