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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

La "produttività" dei parlamentari padovani: in vetta Caon e Santini

La classifica di OpenPolis valuta il numero, la tipologia, il consenso e l'iter degli atti presentati, in modo da valutare e confrontare la capacità di singoli deputati e senatori di essere influenti ed efficienti

È online l'indice di produttività di "OpenPolis", la classifica dell'attività parlamentare che prende in considerazione il numero, la tipologia, il consenso e l'iter degli atti presentati, in modo da valutare e confrontare la capacità di singoli deputati e senatori di essere influenti ed efficienti. "Non è produttivo il parlamentare primo firmatario di innumerevoli ddl - viene spiegato nell'introduzione - ma quello che porta a casa una legge". La graduatoria dei padovani alla Camera e al Senato, vede al primo posto, rispettivamente, Roberto Caon, dal marzo 2015 con Fare! - Lista Tosi, e Giorgio Santini, del Partito Democratico.

LA CLASSIFICA. I deputati padovani più produttivi, dopo Caon, sono Gessica Rostellato (ex Movimento 5 Stelle, ora al Pd) e Francesca Businarolo (M5s). Al Senato, dietro Santini, troviamo  Patrizia Bisinella (Fare!) e Antonio de Poli (Udc). In fondo alle due graduatorie, il deputato e il senatore di Forza Italia, Piero Longo e Niccolò Ghedini. 

PRESENZE. Il report di "OpenPolis" mostra anche le "presenze", che non significano necessariamente "produttività", bensì la percentuale di partecipazione al voto. Anche in questo caso, il primo posto, tra i senatori paovani, spetta a Giorgio Santini (91,71%). Per quanto riguarda i deputati, invece, spicca per numero di presenze Alessandro Naccarato, del Pd (89,69%).

CASO GALAN. Una precisazione va fatta sull'alta posizione di Giancarlo Galan. Nonostante la percentuale di presenze dell'ex governatore del Veneto sia inferiore al 5% (il 22 luglio 2014, la Camera ha dato il suo assenso all'arresto nell'ambito della vicenda Mose e ora si trova ai domiciliari), l'indice di produttività resta comunque elevato rispetto a quello di altri deputati. Questo è dovuto alla carica ricoperta da Galan, che, fino al luglio scorso, è stato presidente della Commissione cultura, per cui gli emendamenti, ad esempio, venivano approvati a sua firma.

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