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La protesta degli operatori sanitari arriva in Prefettura

«Mancano infermieri, fisioterapisti, tecnici che hanno la conseguenza dell'abbassamento del livello dei servizi. Va rivista l'organizzazione della sanità che ha bisogno di maggiori finanziamenti», spiega Alfredo Sbucafratta della Cgil

«Manca personale, quando le persone si rivolgono al Pronto Soccorso hanno difficoltà ad eseguire i ricoveri. Ma non perché mancano i posti letto, è il personale che non è abbastanza. Noi siamo qui per chiedere che la Regione riparta con le assunzioni». Chi parla lavora all'ospedale di Cittadella. Alfredo Sbucafratta della Cgil è uno dei pochi dirigenti del sindacato a non aver partecipato all'incontro con il Prefetto Messina che si sta svolgendo proprio mentre ci spiega quelle che sono le vertenze in corso. «Mancano infermieri, fisioterapisti, tecnici che hanno la conseguenza dell'abbassamento del livello dei servizi. Va rivista l'organizzazione della sanità che ha bisogno di maggiori finanziamenti». Uno dei problemi più sentiti è quello delle lunghe liste d'attesa che è per forza legato a questo tipo di situazioni. «Si allungano i tempi che diventano sempre più lunghi, i servizi ridotti. Si deve attendere mesi, a meno che non si voglia rivolgersi al privato». 

Su questa vertenza che investe tutta la sanità è intervenuta anche la consigliera regionale ElenaOstanel (VcV): «La sanità pubblica è da preservare a ogni costo. Preziose sono state le parole di ieri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciate proprio alla presenza dei presidenti di Regione, Zaia compreso, per mantenere questo concetto immutato al centro dell'attenzione politica. È indispensabile ribadirlo con continuità, senza lasciare spazio al taglio delle risorse che, come vediamo in Veneto, con la riduzione dei servizi offerti conduce, attraverso la povertà sanitaria e la rinuncia delle cure, al ricco business della sanità privata».  La consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo ha partecipato questa mattina al presidio della Fp-Cgil davanti alla Prefettura di Padova, per dire no al blocco delle assunzioni in sanità, che stanno pesando sugli organici delle nostre strutture, come per l'Ulss 6 e l'Azienda sanitaria patavina.  «La capacità di funzionamento del meccanismo sanitario pubblico  – argomenta Ostanel – passa attraverso due cardini basilari. L'aumento dei fondi dedicati, che in Italia dopo la pandemia sono invece in calo - al contrario di altri paesi europei - e l'implementazione del personale. Questo è un fattore decisivo, perché mancano e mancheranno sempre più medici, infermieri e OSS. C'è il calo demografico (quindi meno ragazzi si iscrivono alle facoltà sanitarie: attualmente è registrata una diminuzione del 20%), i sempre più numerosi pensionamenti cui far fronte, e la vergogna degli stipendi bassi. Sia per i medici, che infatti stanno fuggendo verso la sanità privata o le cooperative con i remunerativi contratti a gettone, deleteri per le casse pubbliche, sia per gli infermieri, che in Italia guadagnano anche mille euro al mese in meno rispetto ad altre nazioni non certo ricche, come il Belgio ad esempio». La consigliera insiste sulla mancanza di programmazione, che a suo parere è mancata completamente in Regione: «In Veneto la maggioranza di centrodestra ha mantenuto non soltanto un atteggiamento di passività verso le carenze di organico, ma ha mancato di programmazione e di efficaci input per incentivare l'afflusso e la permanenza di professionalità. Zaia lamenta - un giorno sì e l'altro pure - la carenza di medici, come se fosse un flagello ineluttabile arrivato dal cielo. Invece sconta la carenza di programmazione tutta veneta - sua e del management che ha scelto e nominato – per i camici bianchi. Emblematica la questione dei medici di famiglia, i cui bandi hanno sotto-finanziato per anni, fino a ritrovarci con intere zone e migliaia di cittadini senza medico di medicina generale. Sconta le deboli iniziative per formare infermieri e OSS in numero sufficiente alle esigenze delle nostre ULSS, ed errori in serie, tra i quali spicca il pasticcio del bando di concorso per i 47 psicologi, varato male e gestito peggio da Azienda Zero, ora tutto da rifare dopo due anni di ricorsi. Se a questo aggiungiamo la mancata attenzione per il diritto allo studio (dalle borse non pagate agli idonei non beneficiari alla mancanza di posti letto Esu) che influisce negativamente sulla capacità attrattiva dei nostri atenei, corsi in materie sanitarie compresi, speriamo che Zaia abbia davvero ascoltato con attenzione le parole di Mattarella, e preso qualche appunto. Gli servirà se vorrà cambiare passo, ricordandosi dei veneti che non possono aspettare mesi per un esame e non hanno i denari per rivolgersi al privato».

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