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Reddito di cittadinanza, la proposta di legge dei sindaci padovani in Regione

Al vaglio della V commissione regionale l'ipotesi di istituire in Veneto un reddito minimo di cittadinanza di 750 euro mensili per chiunque risieda nella Regione da almeno due anni e che risulti disoccupato

Un "reddito minimo di cittadinanza" ai veneti a "contrasto della povertà". A livello nazionale, è anche uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che lo ha inserito tra i punti del proprio programma elettorale. Adesso è una proposta di legge regionale concreta presentata alla V Commissione competente in materia di assistenza da una delegazione di sindaci padovani composta da Francesco Corso, primo cittadino di Baone, accompagnato da quello di Anguillara Luigi Polo e di Arzergrande Luca Sartori, assieme a Beatrice Andreose, in rappresentanza dei Comitati promotori della proposta supportata da migliaia di firme raccolte in tutto il Veneto. 

LE RAGIONI. “Nonostante il Parlamento Europeo in una risoluzione dell’ottobre 2010 parli del 'reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa', l’Italia è l’unico paese, insieme alla Grecia, che non lo prevede", spiegano i promotori che hanno illustrato ai consiglieri regionali il testo della legge redatto due anni fa ed ancor più attuale oggi che vede aumentare a dismisura anche in Veneto le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà. Precari e nuove poveri esclusi da una serie di diritti fondamentali senza i quali non è possibile godere di una piena cittadinanza: il diritto alla casa, alla mobilità, alla salute, al sapere.

LA PROPOSTA. Nel testo presentato in Regione si propone un reddito minimo di cittadinanza di 750 euro mensili, rivolto non a categorie particolari ma a chiunque risieda nella Regione da almeno due anni e che risulti disoccupato da almeno sei mesi con un reddito non superiore ai 5000 euro all’anno. Tale reddito lievita a 10mila euro qualora nella stessa famiglia vi siano più persone che hanno diritto al reddito minimo di cittadinanza. Alla Regione spetta l’attuazione e l’erogazione del diritto all’assistenza sociale. Il Comune seleziona gli aventi diritto e progetta per ciascuno di essi l’intervento complessivo, che prevede, oltre all’erogazione monetaria, anche altre misure idonee a contrastare lo stato di povertà.

L'ITER. La V commissione regionale presieduta da Leonardo Padrin ora dovrà fornire il suo parere consultivo alla I commissione bilancio. Il consigliere della sinistra Pietrangelo Pettenò ha ricordato che esiste uno studio di settore della Regione del 2009 fatto eseguire proprio per monitorare la possibilità di istituire anche nel Veneto il reddito minimo.

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