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Terre Conselvane e Fortezza d'Adige, salta la fusione: vittoria del "No" al referendum

I cittadini di Conselve, Cartura e Terrassa Padovana hanno scelto di non fondersi, al pari di quelli di Castelbaldo e Masi: le prime reazioni politiche

Nulla di fatto. Su entrambi i fronti: salta la fusione di Conselve, Cartura e Terrassa Padovana in "Terre Conselvane" e quella di Castelbaldo e Masi in "Fortezza d'Adige" per la netta supremazia dei "No" nel doppio referendum tenutosi domenica 16 dicembre nei cinque Comuni.

Ruzzante

E arrivano in merito le prime reazioni a livello politico. Il primo ad esporsi in merito è Piero Ruzzante, consigliere regionale di Liberi e Uguali e già relatore di minoranza del giudizio di meritevolezza propedeutico alla celebrazione del referendum per la fusione dei comuni di Conselve, Cartura e Terrassa Padovana: «L'affluenza record e l'altissima percentuale dei No lasciano pochi dubbi: Terre Conselvane non esisterà. Il voto popolare ha bocciato un progetto improvvisato e morto ancora prima di nascere, con uno studio di fattibilità che ha coinvolto solo l'1% dei cittadini e con i tre consigli comunali divisi e disuniti rispetto alla fusione». Ruzzante, che in Consiglio regionale si era espresso contro il progetto di fusione "Terre Conselvane", denunciandone le anomalie e le evidenti criticità, attacca: «Quanti soldi sono stati sprecati per l'ottusità di chi ha voluto portare avanti un progetto nato morto? Lo chiedo alla maggioranza che governa la Regione, che ha sostenuto "Terre Conselvane" contro ogni evidenza. Ora però devono fare i conti con il voto popolare, che ha bocciato un progetto illogico, improvvisato e pieno di stonature. Bisogna che la maggioranza leghista - aggiunge Ruzzante - prenda atto che anche in questa tornata referendaria è stata bocciata una fusione su due, in linea con il 50% di bocciature dei progetti di fusione in Veneto dal 2013 ad oggi. Il voto popolare dà un segnale forte e chiaro: c'è qualcosa che non va. È evidente che manca una regia da parte della Regione, che non è in grado di valutare quali progetti vanno sostenuti. Invece chi governa la regione manda avanti tutto, anche i progetti più raffazzonati. Che puntualmente vengono stoppati dalla saggezza popolare».

Sinigaglia

Si aggiunge al coro anche Claudio Sinigaglia, consigliere del Partito Democratico: «Una bocciatura scontata, non c’erano i requisiti per fare il referendum e invece la maggioranza in consiglio regionale ha tirato dritto. La fusione tra comuni è il coronamento di un percorso, che in questo caso non era neanche stato attivato, Una valanga di voti contrari, quasi l’80% a Conselve, maggioranza ampia sia a Cartura che a Terrassa. E non si può neanche dire che gli elettori non siano andati alle urne, visto che alla fine è stato superato il 50%. Era una ‘fusione a freddo’, poiché il solo processo di integrazione dei servizi riguarda la condivisione della polizia locale. Faccio davvero fatica a capire perché le forze politiche di maggioranza abbiano voluto sostenere questa strada e vorrei sapere quanto è stato speso per un processo che, di fatto, non è mai stato attivato. Nel Padovano - evidenzia Sinigaglia - non è passato neanche il referendum per la nascita di Fortezza d’Adige, da Castelbaldo e Masi. In questa domenica referendaria, ben cinque consultazioni su dieci, vanno aggiunte le bocciature di Pieve dei Berici, Colbregonza e Frassinelle-Polesella, hanno visto vincere i no. È la conferma che se da un lato le fusioni sono certamente un’opportunità per avere servizi più efficienti, dall’altro hanno bisogno di essere accompagnate concretamente anche dalla Regione, che dovrebbe avere una maggiore attenzione per le autonomie locali, assumendo quel ruolo di guida e regia previsto dalla legge»

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