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Politica Montegrotto Terme

Montegrotto come Reykjavik, finanziato dal Pnrr il teleriscaldamento: «Svolta epocale, energetica ed ambientale»

Stanziati 4.345.000 di Euro nell’ambito del Bando “Sviluppo di Sistemi di teleriscaldamento” finanziato dall’Unione Europea il progetto di riscaldamento pubblico grazie all’utilizzo delle acque reflue. Il giallo della Pec che poteva far saltare tutto

E dire che poteva saltare tutto per un indirizzo Pec errato, pericolo scongiurato dalla convinzione che il progetto fosse assolutamente valido e che avesse tutte le caratteristiche per essere validato. Così controllando nel sito del Ministero l'amministrazione comunale di Montegrotto Terme ha scoperto era stata accettata eccome, la richiesta di finanziamento di questo che è un progetto assolutamente unico nel panorama italiano. Una volta contattati gli uffici del Ministero si è scoperto che la comunicazione invece che al Comune era però stata inviata a una officina di autoricambi. Dopo quarant'anni di se e di ma, non poteva che avere un finale al cardiopalma una vicenda come questa. Chiarito l'inghippo che poteva ancora una volta far rimanere solo un'intenzione il progetto di avviare il teleriscaldamento a Montegrotto, la preoccupazione ha fatto posto a grande sddisfazione.E' arrivata così la svolta epocale discussa da decenni e che ora rende meno distanti Reykjavik e Montegrotto che riesce a far partire il primo progetto di riscaldamento pubblico grazie all’utilizzo delle acque calde che naturalmente sgorgano nel suo territorio.

Un progetto messo a punto assieme all’Università di Padova, con in prima fila il professor Jacopo Vivian che ha avuto la responsabilità scientifica del Progetto del Prof. Ing. Michele De Carli. Al tempo il progetto presentava un costo di avvio e di break even così alto che non si erano trovati finanziatori privati disponibili a investirci. Invece ora, grazie all’impegno degli uffici del Comune e di un gruppo di Consulenti il progetto è risultato assegnatario di un consistente finanziamento dal PNRR, 4 milioni di euro, che permetteranno di portare a termine il primo stralcio, riscaldare con le acque termali reflue (cioè quelle già utilizzate dagli alberghi per fanghi e piscine) l’area più centrale comprendente gli uffici comunali, la parrocchia, l’oratorio, la scuola materna e alcuni edifici privati. Questo progetto potrà poi allargarsi anche a una zona molto più ampia.

«Per arrivare a costruire un progetto così articolato - afferma il sindaco - siamo partiti da lontano e abbiamo seminato molto.  Oltre che dagli uffici tecnici dell’amministrazione comunale e dall’impegno personale del Presidente del Consiglio Renato Signorelli, siamo stati coadiuvati da consulenti esterni come Giorgio Bassan, Angelo Rossi, Franco Ferraro e il professor Alberto Guglielmi dell’Istituto di Fisica Nucleare di Padova. Il gruppo lavora dal 2017. Il primo passo è stato il coinvolgimento del B.I.O.C.E., l’ente Regionale di salvaguardia dell'assetto ambientale ed idrogeologico del Bacino Idrominerario dei Colli Euganei, e alcuni dipartimenti dell’Università di Padova. Valutata la prefattibilità dell’idea, è stata stipulata una Convenzione tra Comune di Montegrotto Terme e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova per lo Studio sui diversi modi di utilizzo della specificità geotermica».

Gli scogli da superare per l’utilizzo dell’acqua termale per il riscaldamento sono due: uno normativo, che vieta l’utilizzo della risorsa per scopi diversi da quello sanitario, l’altro il costo delle infrastrutture necessarie. Il primo è stato superato con la scelta di provare a riutilizzare i milioni di metri cubi di acqua calda termale scaricati nella condotte fognarie dagli stabilimenti termali a valle dell’utilizzo curativo, il secondo appunto con un finanziamento a fondo perduto di 4.345.000 di euro, assegnato dalla Direzione Generale Incentivi Energia nell’ambito del Bando “Sviluppo di Sistemi di teleriscaldamento” finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU perché il progetto presentato aderisce alle linee guida europee tra le quali la produzione energia da FER (Fonti Energia Rinnovabile) e DNSH (Do No Significant Harm – “non arreca un danno significativo all’ambiente”).

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«Da 3000 anni - afferma il sindaco Riccardo Mortandello - la vita di questo territorio ruota attorno a  questa risorsa che attualmente viene utilizzata esclusivamente da privati albergatori a fini imprenditoriali, come è giusto che sia. Ma è giunto il momento di mettere a disposizione della collettività questo bene che appartiene a tutti, ovviamente senza depauperare la risorsa. Riusciamo finalmente a dare concretezza a un progetto di cui si parla da decenni, che non ha mai visto realizzarsi nulla, anche per il groviglio tra interessi particolari e normative obsolete. Nonostante le tante difficoltà incontrate, non ci siamo fermati. Quello ottenuto  è un risultato che rivendichiamo da un punto di vista politico come un risultato di tutti i cittadini di Montegrotto, anche di quelli che in questi anni ci ci hanno criticato e accusato di immobilismo». 

La rete di teleriscaldamento proposta è una rete innovativa che rientra nella
definizione di rete di teleriscaldamento/raffrescamento di quinta generazione. Infatti utilizza in inverno i reflui termici degli stabilimenti termali di Montegrotto Terme. I reflui termici
degli hotel alimentano le centrali termiche costituite da scambiatori di calore e pompe distribuiti lungo la rete. Il circuito ha una temperatura di mandata di 45°C e di ritorno di 25°C. Le prime utenze che si intendono allacciare sono dotate di radiatori (case non nuove) e pertanto le sottocentrali sono costituite da pompe di calore. In futuro (successivamente al primo stralcio) altre utenze a bassa temperatura potranno essere allacciate direttamente mediante uno scambiatore di calore. Complessivamente si prevede che la rete sia estesa per 1.1 km. La rete prevede la totale assenza di combustione e l’accoppiamento di energia elettrica da fotovoltaico, che potrà ulteriormente incrementare il valore di contributo rinnovabile. A fine Aprile di quest’anno il Comune di Montegrotto ha già realizzato una CER (Comunità Energetica Rinnovabile) e ha pianificato l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici idonei.  

«La soddisfazione - commenta il consulente Giorgio Bassan - è sicuramente grande per la piena aderenza del progetto alle linee guida emanate dalle Istituzioni Europee nell’ambito della Next Generatio EU e in ottica di trasformare Montegrotto Terme in città Carbon free. Le risorsa termale permette al comprensorio di raggiungere il livello di città Carbon free al contrario molte città che marketizzano molto l’idea ma in ottica tecnica e realistica e non saranno in grado di raggiungere il City Carbon free entro il target stabilito che è il 2030 e forse nemmeno parecchi anni dopo. Sono almeno 50 anni che nel comparto termale a vario titolo vengono lanciati proclami e progetti da “esperti” di varia natura, questo gruppo di lavoro ha fatto probabilmente poco rumore ma il lavoro giusto e unico visto che nel comparto termale l’acqua termale va gettata via da oltre 2000 anni»

Il progetto di uso della risorsa geotermica per il riscaldamento era pronto già dal 2019 solo che presentava un break even (il punto di equilibrio tra costi e ricavi) complesso e in tempi medio lunghi, circa 35 anni, motivo per cui non ha generato molto interesse tra i player contattati. Alla fine del 2021 con il lancio del progetto “carbon free 2050” da parte della Commissione Europea è stato rivisto e trasformato in Rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento di quinta generazione e inviato a molte Istituzioni pubbliche e private italiane ed europee. E’ stato, inoltre, inserito in alcuni bandi specifici indetti dallo Stato italiano e da alcuni Dipartimenti Europei. A settembre del 2022 il progetto era stato valutato positivamente ma non finanziato per il massiccio numero di richiedenti. Un anno dopo il ripescaggio che dà il via a questo grande cambiamento. 

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