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Politica San Giorgio in Bosco

Cade la giunta Pettenuzzo a San Giorgio in Bosco, i leghisti sfiduciano il loro segretario provinciale

L'ex primo cittadino Bobo Miatelli: «È finita l’era Pettenuzzo, il peggior sindaco della storia della nostra comunità, che ha tradito gli elettori e la sua stessa maggioranza presentandosi in continuità del mio progetto politico, salvo poi fare l’esatto opposto»

L’amministrazione comunale di San Giorgio in Bosco è caduta. Il segretario provinciale leghista e consigliere proivinciale Nicola Pettenuzzo non è più sindaco. È la prima volta in 31 anni, da quando nel marzo del 1993 era stata introdotta per legge l’elezione diretta dei primi cittadini, che un sindaco della cittadina dell’Alta Padovana decade prima della scadenza naturale del proprio mandato.

I fatti

Oggi, 19 gennaio, verso mezzogiorno, otto consiglieri comunali (ne sarebbero bastati 7) hanno rassegnato contestualmente le proprie dimissioni «in virtù delle attuali circostanze e a fronte della persistente crisi politico-amministrativa che affligge la maggioranza attuale», determinando l’immediato scioglimento del Consiglio comunale e la decadenza da sindaco Pettenuzzo. A rassegnare le proprie dimissioni all’ufficio protocollo sono stati l'ex sindaco leghista Bobo Miatello, che nel 2019 aveva determinato la vittoria di Pettenuzzo, gli assessori Enrica Zanon e Vittorio Trento e la presidente del Consiglio comunale Danila Andretta. Hanno aderito all’appello dei quattro amministratori della maggioranza anche i consiglieri del gruppo di opposizione “UniAMO San Giorgio”, col capogruppo Valentina Campagnaro, Giuliana Lorenzetto, Fabio Zanfardin e Fabio Miotti. Lo scioglimento del Consiglio comunale, che verrà formalizzato a stretto giro di posta con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno, ha determinato collateralmente la prematura cessazione di Nicola Pettenuzzo e di Fabio Miotti dalla carica di Consigliere provinciale della Provincia di Padova.

Il commissario prefettizio

L’arrivo del Commissario prefettizio, che verrà disposto nelle prossime dal Prefetto, pone fine a una lunga crisi politica iniziata anni fa quando, a pochi mesi dalle scorse elezioni amministrative, il sindaco Pettenuzzo aveva scelto di allontanare dalla sua giunta il predecessore Miatello per le sue posizioni, giudicate come critiche, rispetto all’operato dell’allora maggioranza. Una crisi deflagrata poi nei primi giorni dello scorso anno, quando alcune lettere anonime avevano preso di mira l’assessore Enrica Zanon e la sua famiglia. Queste lettere avevano portato il 24 febbraio del 2023 a un primo tentativo di scioglimento del Consiglio comunale dinnanzi a un notaio, poi non andato a compimento. La situazione è poi ulteriormente degenerata il 27 dicembre scorso, quando l’astensione di Zanon, Trento e Andretta, e il voto contrario di Miatello con l’opposizione di UniAMO, hanno determinato la non approvazione del bilancio di previsione.

Le parole di Miatello

«È finita l’era Pettenuzzo, il peggior sindaco della storia della nostra comunità, che ha tradito gli elettori e la sua stessa maggioranza presentandosi in continuità del mio progetto politico, salvo poi fare l’esatto opposto - commenta Bobo Miatello a margine dal deposito delle dimissioni collettive - .Questo mandato è stato un vero e proprio fallimento: un’unica opera realizzata, la pista ciclabile verso Paviola che avevo già progettato e in parte finanziato durante il mio secondo mandato, che ha scelto di pagare con un debito che i cittadini di San Giorgio in Bosco saranno chiamati a ripagare per i prossimi anni. E poi uno stillicidio di rincari voluti da Pettenuzzo e dal suo vicesindaco e assessore al bilancio, Loreta Frison. In 5 anni sono aumentati l’addizionale irpef comunale, i buoni pasto a scuola e per gli anziani, il trasporto scolastico, il costo dei loculi. Aumentate poi anche le indennità della giunta, mentre diminuiva solo l’attenzione verso i nostri concittadini, con un sindaco troppo spesso assente o disinteressato perché concentrato sulle sue ambizioni personali, tra Provincia e partito e l’incarico di assistente di un parlamentare europeo. Mi spiace solo aver riposto nel 2019 la mia fiducia in una persona rivelatasi poi una così gran delusione: un’amarezza che mi porta oggi a lavorare a una alternativa, che ridia speranza al nostro Comune. Per questo a giugno sarò in campo, e lavorerò con impegno a una proposta di centrodestra all’altezza delle aspettative dei cittadini e alternativa a Pettenuzzo».

Fratelli d'Italia

In campo anche le candidature di Fabio Zanfardin, Fratelli d’Italia, che circa le dimissioni collettive dichiara: «Abbiamo solo potuto prendere atto che da un anno a questa parte non esisteva più una maggioranza» e degli iscritti al circolo locale del Partito Democratico che lunedì prossimo, il 22 gennaio, nel corso di un incontro pubblico in Sala Consiliare, potrebbero annunciare il nome del proprio candidato alla carica di Sindaco. A non ricandidarsi sarà invece Fabio Miotti, che già a dicembre aveva comunicato a mezzo stampa la sua scelta. Appare poi molto probabile la formalizzazione di un progetto politico legato all’ormai ex sindaco Pettenuzzo, che potrebbe scegliere di non ricandidarsi in prima persona per non ledere la Lega padovana in caso di sconfitta, lasciando il testimone a Loreta Frison, sua vicesindaco durante quest’ultimo mandato. Un progetto che, alla luce dello scioglimento anticipato del Consiglio, della fuoriuscita dei campioni di preferenze del 2019 e del crollo nei sondaggi del partito di via Bellerio, appare privo di concrete chance di vittoria.


 

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