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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Noventa Padovana

Bano al 4 novembre: «Veneti vestiti da austriaci» e i patrioti lasciano la cerimonia

Il sindaco: «Dispiace che gli esponenti dell'associazione se ne siano andati in quel modo, ma per fortuna oggi non c'è più il generale Graziani, siamo in democrazia e hanno il diritto di avere idee diverse». M5S: «Ritratti e chieda scusa a tutti» e l'opposizione insorge

Momenti di tensione alla cerimonia organizzata dall'amministrazione comunale di Noventa per la ricorrenza del 4 novembre. Durante il discorso istituzionale del sindaco Marcello Bano, il picchetto della locale associazione "Uniti nella Memoria" ha deciso di abbandonare la manifestazione, in polemica con le parole pronunciate dal primo cittadino (poi ritratterà, dicendo che l'abbandono è stato a causa di un malore di uno dei presenti)

L'uscita di Bano

«Il 4 novembre 1918 non è una vittoria da festeggiare – aveva detto Bano – perché costata la vita a 650mila soldati italiani». In riferimento a un precedente intervento dell'associazione, che aveva parlato del «compimento del sogno risorgimentale», il sindaco ha parlato di molti veneti che durante il Risorgimento «erano vestiti con le divise austriache», generando subito la reazione dell'associazione che ha rotto le righe e abbandonato la cerimonia. «La stragrande maggioranza dei soldati nel primo conflitto mondiale - ha poi osservato - combattevano non per un ideale ma perché costretti: altrimenti avrebbero fatto la fine dell'artigliere Alessandro Ruffini, fucilato proprio qui a Noventa perché si era permesso di salutare il generale Graziani tenendo il sigaro in bocca. Non a caso, tra le molte voci discordanti in quegli anni, ci fu quella di papa Benedetto XV, che definì la guerra un'inutile strage. Questa giornata dev'essere quindi un momento di riflessione, perché la guerra è guerra. Non c'è una guerra giusta e una guerra ingiusta: la guerra fa morti. Lo vediamo oggi nei conflitti in Ucraina e in Medioriente: la guerra è sempre sbagliata. E io ritengo che la comunità di Noventa debba stare sempre dalla parte della pace. Questa giornata non va quindi ricordata per una vittoria e per degli eroi, perché non c'è stata nessuna vittoria ma un'aggressione, tra l'altro in quel caso da parte italiana. Va ricordata per le 650mila vittime che ha generato. Padri, mariti, figli: una tragedia immensa. Saranno magari riflessioni scomode – ha concluso – ma penso che come comunità dobbiamo ricercare la pace, volere la pace, e stare sempre dalla parte della pace»

L'associazione

«Dispiace che gli esponenti dell'associazione se ne siano andati in quel modo – ha commentato il sindaco – ma per fortuna oggi non c'è più il generale Graziani, siamo in democrazia e hanno il diritto di avere idee diverse. Noi però rimaniamo convinti che ogni guerra sia una tragedia: parlare di vittoria in un momento come questo ci sembra stonato». «Parole inqualificabili» le ha invece definite l'ex primo cittadino e oggi consigliere d'opposizione, Luigi Bisato.

Movimento Cinque Stelle

«Il Movimento 5 Stelle veneto è profondamente preoccupato dalle recenti dichiarazioni del leghista Sindaco di Noventa Padovana, tale Marcello Bano, in occasione della celebrazione del 4 Novembre in Italia. Durante un discorso pubblico, il sindaco – dichiara la senatrice veneta Barbara Guidolin del M5S - ha fatto affermazioni altamente offensive, sostenendo che i veneti combattevano con la divisa austriaca lasciando così percepire un loro tradimento della patria italiana. Queste dichiarazioni sono inaccettabili e offensive nei confronti della memoria storica, dell'identità culturale e dell'onore dei cittadini veneti. Il 4 Novembre – prosegue la sen. Guidolin - è una giornata dedicata alla celebrazione dell'Unità d'Italia e alla commemorazione dei caduti in guerra, un momento in cui dovremmo riflettere sulle nostre radici, il sacrificio dei nostri antenati e l'importanza dell'unità nazionale. Una riflessione sulle guerre, in cui nessuno vince e tutti perdono, in questo momento storico è necessaria e gettare benzina sul fuoco con dichiarazioni che appaiono indelicatamente strumentali. E’ forse un indice di maggiore attenzione – prosegue Guidolin - verso molti locali governanti veneti in odore di riscrittura della storia? Il vice sindaco di Fratelli d’Italia, Nicola Cannistraci, prenderà da subito e ufficialmente le distanze o porterà in palmo di mano tale “banistica” teoria nell’imminente congresso provinciale di Padova di FdI, ereditando l’etichetta a destra dei veneti come se fossero dei traditori in guerra? Il Movimento 5 Stelle chiede al sindaco Marcello Bano di ritrattare immediatamente le sue dichiarazioni e di presentare le scuse pubbliche dovute alla comunità veneta. La rettifica è fondamentale – puntualizza Barbara Guidolin - per preservare il rispetto e l'unità all'interno della nostra società. Le dimissioni dalla sua carica, al contrario, le riteniamo legittime e d’obbligo. Il Movimento 5 Stelle sosterrà qualsiasi azione necessaria per garantire che le affermazioni offensive del sindaco non restino impunite e che la verità storica venga preservata e onorata».

L'opposizione

«Le parole del Sindaco Bano, nel suo discorso in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, questa volta sono state veramente inqualificabili, quasi non ricordasse che il 4 novembre da tempo non è più la Festa della Vittoria, ma il Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate - commenta Fabio Borina, capogruppo del gruppo consiliare “Con Noventa” - .Abbiamo sentito un sindaco molto confuso soprattutto per il ruolo istituzionale che dovrebbe svolgere. Senza contare gli errori storici sulle quali tenta di sostenere le sue “alte” dissertazioni tanto che il picchetto d'onore formato dall'Associazione Uniti nella Memoria, ha abbandonato la cerimonia a seguito della confusa commistione tra il periodo risorgimentale e quello della prima guerra mondiale. Ma sarebbe fin troppo facile criticare il sindaco per le sue stupefacenti opinioni espresse durante la cerimonia istituzionale del 4 novembre. Lasciando perdere i clamorosi errori storici e gli strafalcioni sui Veneti contro gli italiani al fronte del 15-18 apprendiamo con stupore che il nostro sindaco è un pacifista convinto. Il pacifismo invocato ha un respiro decisamente più profondo rispetto a quello usato come “slogan” nei discorsi ufficiali del sindaco Bano. Il pacifismo è alimentato da stili di vita e quotidianità nella costruzione dei rapporti che non siano “pacifici” solo per la remissione di chi subisce quanto imposto da chi comanda o è il più forte. Conversione stupefacente dopo anni di livore contro richiedenti asilo (alcuni dei quali fuggivano certamente da guerre terribili), raccoglitore di fondi per la difesa legale di giustizieri fai da te, e con un atteggiamento arrogante ed offensivo nei confronti degli interlocutori che non la pensano come lui come pure arrogante è il modo con il quale sta conducendo la sua attività amministrativa nel territorio, dove il dialogo e il confronto non esiste ormai più: esistono solo ordini e disposizioni da adempiere. La pace non deve sottintendere una remissiva sottomissione, rimane sempre un diritto dei popoli a lottare per la propria libertà ed è giusto e doveroso, per le generazioni che beneficiano di queste conquiste, celebrare, onorare chi ha reso possibile questo obiettivo: non si tratta di festeggiare, ma di onorare. La mancanza di un serio profilo istituzionale in questi momenti è oramai una consuetudine che non rispetta l’alta rappresentanza di tutti cittadini alla quale un Sindaco è chiamato. Un ruolo nel quale uno deve dismettere la sua “casacca”. Compito difficile per Bano.  Ci chiediamo se la maggioranza che sostiene il sindaco e alcune forze politiche condividano gli stessi valori del Sindaco. Ma il silenzio sembra dare una risposta».

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