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Il sindaco Momolo contro i "soliti noti": «Accoglienza diffusa? A Battaglia Terme la gestiscono quelli di Cona e Bagnoli»

Dal 2015 l'ex hotel Teme Euganee è stato declassato ad ostello ed è stato affittato dalla proprietà, la famiglia Emo Capodilista a una cooperativa che pur con un altro nome fa capo a quelle stesse figure finite sotto inchiesta per la "gestione" delle hub di Cona e Bagnoli. «Qui non si può entrare, ma non sarebbe male se un Prefetto invitasse i sindaci per dei sopralluoghi in questi posti. Io ci andrei volentieri»

Il sindaco di Battaglia Terme, Massimo Momolo, si dice preoccupato. «Qui non abbiamo mai avuto problemi, ma non è certo questo il modo in cui si può intendere l'accoglienza». Dal 2015 l'ex hotel Teme Euganee è stato declassato ad ostello ed è stato affittato dalla proprietà, la famiglia Emo Capodilista a una cooperativa, Eco Officina. Chi ha buona memoria ricorderà la vicenda della cooperativa Eco-officina, poi divenuta Edeco e infine Per voi cooperativa sociale. Cambiano solo i nomi ma sono sempre gli stessi coloro che continuano a gestirle e  a occuparsi di migranti. Un’operazione di scissione d’impresa a fine 2019 ha infatti visto nascere la cooperativa Tuendelee all'interno della quale c'è Tucso che gestisce l'ex hotel.

Con Tuendelee i protagonisti di Edeco continuano a occuparsi di accoglienza dei migranti, ma questa volta con una nuova formula, apparentemente quella della accoglienza diffusa. Che però non dovrebbe essere intesa come nel caso di Battaglia Terme. Annalisa Carraro è vicepresidente del Cda di Tuendelee, mentre Sara Felpati è consigliera. Sara Felpati, Simone Borile, già candannato per peculato, e Annalisa Carraro, sono stati indagati e finiti a processo per la "gestione", dei centri di accoglienza di Cona e Bagnoli. E pure vero che non c’è e non c’è mai stata nessuna interdittiva nei loro confronti che impedisce di partecipare ai bandi e alle gare d'appalto, ma è altresì interessante rilevare come in una fase in cui anche storiche cooperative si sono tirate indietro perché venute, secondo loro, a mancare le condizioni per un'accoglienza degna di questo nome, per chi ha "gestito" hub come quelle di Cona e Bagnoli che non erano nient'altro che dei campi profughi improvvisati, dove non veniva di certo offerto il servizio che avrebbe dovuto essere garantito, questo non ha rappresentato un problema.

E da Bagnoli a Battaglia Terme in fondo, non è neppure tante strada. Come è stato per quelle hub, faticosamente ma giustamente fatte chiudere, anche l'ex hotel Teme Euganee è interdetto a tutti, anche al sindaco. Non si può vedere come si vive all'interno: «Qui non si può entrare, ma non sarebbe male se ogni tanto accadesse che un Prefetto invitasse i sindaci a fare dei sopralluoghi in questi posti. Io ci andrei volentieri», dice con una certa amarezza. «Fermo restando che mi auguro che dei controlli siano davvero fatti», rimarca Momolo.  «Non ho mai capito perché lo Stato si è sempre tirato fuori da questa questione, perché ha sempre delegato». Il sindaco fa notare che l'accoglienza diffusa non si può fare in questo modo. E mentre ce lo spiega una signora che è dirimpettaia all'ex hotel la sentiamo lamentarsi di come non sia accettabile questa situazione. «Qui dovrebbero stare al massimo 80 persone, che sono comunque troppo per un paese come il nostro. E comunque, non dico che ci siano più di 80 persone qui dentro, ma ne sono transitate molte di più. Su questo siamo certi. L'accoglienza fatta in questo modo, non può funzionare. Il nostro è un piccolo comune, bisogna tenerne conto. Un conto è come accade a Montegrotto Terme, dove tutto funziona anche perché sono 14 le persone ospitate, il modello che suggeriscono ormai tutti, ma quando lo dicevo io sembravo un pazzo. Qui però non è così, basta guardarsi intorno. Io spero che gli ottanta che stanno qui abbiano buone prospettive per il loro futuro, ma mi viene da pensare che coloro che invece sono di qui solo transitati e poi soni spariti, saranno finiti a dar manforte a quello stuolo di sfruttati di cui sentiamo parlare tutti i giorni. Nella migliore delle ipotesi». 

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