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Soranzo: ««La priorità non può essere come e quando morire ma accompagnare chi soffre»

Usa le pieghe del regolamento, Enoch Soranzo, per ribadire il no di Fratelli d’Italia alla legge regionale sul fine vita: «Materia di competenza dello Stato e del Parlamento»

Usa le pieghe del regolamento, Enoch Soranzo, per ribadire il no di Fratelli d’Italia nel giorno in cui in consiglio regionale si decide riguardo norma regionale che definisce tempi e modi di valutazione delle richieste di suicidio medicalmente assistito. Il suo intervento è arrivato alle 14 e 45 circa, immediatamente dopo la pausa. Fa riferimento sia al fatto che non è stato considerato se ci sarebbero le coperture di spesa che sulla legittimità dello stesso consiglio di legiferare su un tema di questo tipo. Spinge sulle cure paliative, percorsi che vanno implementati. Poi affronta il tema della legittimità dell'atto. «La procedibilità nessuno la mette in discussione. Però il problema si pone quando si parla di legittimità di una materia che è di competenza dello Stato, del Parlamento. Ne stiamo discutendo per rispetto dei firmatari della proposta», spiega Soranzo.

«Serve responsabilità e serietà per questo quando diciamo che il diritto alla vita sia un cardine lo facciamo con convinzione, non per ideologia. Dobbiamo invece implementare tutte quelle azioni in favore delle persone che soffrono e delle loro famiglie. Su questo ci dobbiamo impegnare. Noi vogliamo lavorare affinché nessuno si senta abbandonato. I nostri malati non sono un peso». Infine: «La priorità, il principio, non può essere come e quando morire. Possiamo invece accompagnare chi soffre con dignità», ha concluso Soranzo. 

Anche un altro esponente di Fratelli d'Italia, Joe Formaggio, ha spiegato la sua opposizione allla proposta: «Visto che si tratta di prestazioni extra Lea e quindi paga la Regione. Ma davvero vogliamo essere la prima regione autonoma del suicidio assistito? Quanti si trasferiranno  in Veneto dalle altre regioni per avere il fine vita? In quest’aula c’è il crocifisso: ma davvero vogliamo fregarcene di quello che pensa la Chiesa?».

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