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«Trattori, rischio strumentalizzazioni. L'Europa non può essere rappresentata come un nemico»

Luca Trivellato, presidente di Cia Padova: «Siamo stati i primi a manifestare, eravamo in tremila a Roma il 26 ottobre. Venerdì andremo con le nostre proposte dal Ministro Lollobrigida. C'è chi utilizza questo scontento a fini politici»

In questi giorni in cui la ribalta della politica nazionale se la stanno prendendo i trattori e gli agricoltori che li guidano, abbiamo chiesto a Luca Trivellato, presidente di Cia Padova, cosa pensa della situazione che si sta venendo a creare. «Siamo stati i primi a manifestare, eravamo in tremila a Roma 26 ottobre. Le problematiche le portiamo nelle sedi opportune, anche in piazza, ma con le nostre modalità. Noi abbiamo fatto proposte, sulle quali abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere che la politica prenda posizione. Bisogna saper governare i processi difficili che ci sono in agricoltura». Trivellato, anche in vista dell'incontro con il Ministro Lollobrigida che si terrà il prossimo venerdì e dove Cia presenterà le sue proposte, insiste: «Occorrono risposte concrete per garantire il reddito delle aziende e permettere al settore agricolo di occupare un ruolo centrale nell’economia del Paese». 

Gli chiediamo delle proteste: «Noi rispettiamo i nostri soci che stanno aderendo a queste manifestazioni e che correttamente manifestano un disagio, ma avvertiamo anche il serio rischio di essere strumentalizzati in vista delle europee. C'è chi vuole utilizzare questo scontento a fini politici, c'è tutta una parte anti europeista che sta facendo una battaglia contro l'Europa e che sta soffiando sul vento di questa protesta. E' necessario riflettere su questo, anche perché l'Europa non può essere rappresentata come un nemico. Però deve dimostrare di essere al fianco degli agricoltori, perché il nostro è un comparto strategico». Trivellato non lo dice ma non è casuale il riferimento al fatto che molti dei leader di questa protesta non vengono affatto dal mondo agricolo e quasi sempre hanno una connotazione politica molto chiara.

Luca Trivellato 3-2

Entriamo nei motivi di tanto malcontento, a prescindere dai trattori per le strade: «Ci sono tre livelli, Europa, Stato e regioni, che devono in sinergia stimolare il nostro settore, non essere d'ostacolo e ridurre tutto a una macchietta. Il nostro comparto riguarda il territorio, la tenuta idrogeologica, la biodiversità, le eccellenze del territorio stesso che sono rappresentate dai prodotti agricoli. Questa è la forza dei nostri territori. Dobbiamo avere un sistema che esalti e valorizzi prodotti e qualità e non che li mortifica». Qui Trivellato entra ancora più nel merito: «Valorizzarli vuol dare dar loro il giusto valore, non mortificare il lavoro significa andare a rivedere quello che è il carico burocratico per le nostre aziende agricole, in poche parole dare dignità al lavoro agricolo. Per fare questo noi diamo quattro priorità: una legge quadro sulla sostenibilità economica dell'agricoltura lungo tutta la filiera, un piano di gestione nazionale della acque per l'irrigazione, una legge quadro sulla valorizzazione della dimensione famigliare agricola e una legge nazionale sul consumo di suolo agricolo».

Prosegue Trivellato: «Noi abbiamo avuto, in termini molto generali, la modifica della Pac, attraverso la quale si è passati da una integrazione del prezzo sulla base della produzione a un contributo rispetto alle modalità di produzione. Non un particolare da nulla. Si è passati da un concetto di integrazione del valore, rispetto a una quantità di ettari che si metteva a produzione e per il quale si andava a ricevere un contributo che oggi invece viene dato rispetto alle modalità con cui si coltiva. C'è stata di conseguenza una riduzione di contributo, non è stato risolto il problema del costo aziendale rispetto al prezzo di vendita del prodotto e in una situazione globale nella quale c'è disponibilità di materia prima a fronte di costi aumentati a dismisura l'anno scorso, questi elementi di difficoltà di sistema hanno generato situazioni tale che hanno portato alle proteste che stiamo vedendo». In questi anni per seguire i dettami dell'Europa e garantire il corretto utilizzo o meglio la riduzione di concimi, fitofarmaci e arrivare a una migliore gestione dell'acqua, le imprese hanno effettuato investimenti importanti ma la conseguenza non è stata un aumento del valore del prodotto al momento della vendita, ma anzi la riduzione dei contributi europei». Questo vuol dire che gli investimenti fatti principalmente dalle aziende agricole più grandi che erano anche quelle che prendevano più contributi, non hanno avuto garantito il vero valore dei prodotti perché dettati dal mercato globale». Ci tiene Trivellato a far comprendere che Cia si sta impegnando a fondo, da mesi, è che è stata di fatto la prima organizzazione a porre le questioni che hanno acceso le proteste in diversi paesi d'Europa. «Noi il nostro lavoro lo stiamo facendo, chiaro che è meno evidente che scendere con i trattori ma le nostre proposte le stiamo portando». 

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