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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Alla scoperta di una sezione scolastica "speciale": visita agli studenti del Due Palazzi

Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova, si è recato nel carcere di Padova per incontrare gli oltre 50 detenuti che studiano grazie alla sezione staccata dell’istituto "Einaudi-Gramsci" di Padova

Una visita istituzionale, ma più che sentita: Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova, ha incontrato lunedì 21 gennaio gli studenti e i docenti della sezione carceraria dell’istituto "Einaudi-Gramsci" di Padova.

L'incontro

Ormai da venti anni, l’istituto tecnico commerciale per il turismo garantisce il servizio scolastico sia ai carcerati comuni che ai carcerati protetti reclusi nella casa circondariale Due Palazzi di Padova. Insieme al presidente, erano presenti anche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Roberto Natale, la dirigente scolastica dell’Einaudi-Gramsci Amalia Mambella e il responsabile della sezione carceraria della scuola Francesco Mazzaro. La delegazione è stata ricevuta anche dal direttore del Due Palazzi Claudio Mazzeo. Spiega il presidente Bui: «Io penso alla Provincia dei bisogni e alla Provincia delle persone. Il carcere di Padova è una realtà importante che visito per la seconda volta. Sono infatti convinto che garantire un servizio scolastico anche a chi è recluso, significa pensare a questo luogo non solo nella sua funzione detentiva, ma anche e soprattutto rieducativa. Per questo come presidente ci tenevo a visitare questa sezione dell’Istituto Einaudi-Gramsci, gli studenti e gli inseganti». Sono oltre 50 gli studenti che frequentano le cinque ore di lezione da lunedì al venerdì, divisi in 6 classi. L’età va dai 20 ai 60 anni e i frequentanti sono sia italiani che stranieri. Due le classi quarte, una riservata ai carcerati comuni e un’altra ai protetti. Aggiunge Francesco Mazzaro: «Il carcere non è un luogo facile, ma i detenuti hanno sempre avuto rispetto per i professori e per il nostro lavoro. La loro frequenza fa i conti con la situazione in cui si trovano, l’età, il grado di conoscenza dell’italiano e tante altre difficoltà legate alla vita carceraria. Gli studenti sono tutti carcerati definitivi con sentenza passata in giudicato e il sogno più grande, soprattutto per i giovani, è quello di ambire ad un’occupazione una volta usciti. È un diploma che può aiutarli a fare contabilità, gestire un magazzino e, per chi lo desidera, dà accesso all’università presente con dei corsi anche in carcere». Chiude il giro di interventi Amalia Mambella: «Si tratta di una sezione distaccata del nostro istituto che esiste fin dagli anni Novanta. Nel corso degli anni abbiamo avuto anche 120 iscritti e gli indirizzi disponibili comprendono amministrazione, finanza e marketing. I professori sono tutti della scuola e hanno il delicato ruolo di insegnare anche le normali norme civili di convivenza. Un compito non facile che svolgono con il massimo impegno». I libri sono dati dalla scuola in comodato d’uso grazie anche al contributo della Provincia, mentre i materiali come penne e quaderni vengono acquistati dall’istituto. 

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