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Zaia: «Indossare la mascherina un problema? Teniamo duro dieci giorni, ne va del nostro futuro»

Il Presidente della Regione evidenzia l'importanza del dispositivo e annuncia: «Dal 2 giugno se i dati saranno confortanti potremo mettercela in tasca pronti a usarla quando la distanza sociale non potrà essere garantita»

Puntuale come ogni giorno da quando è cominciata l'emergenza, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si presenta di fronte ai microfoni nella sala stampa della sede della Protezione Civile di Marghera. E' il giorno della riapertura in tutta la Regione ma a tenere banco è la questione riguardante il dover o meno utilizzzare la mascherina. E' l'unico momento in cui Zaia per un attimo lascia da parte la diplomazia e sbotta: «Anche a me infastidisce indossare la mascherina, ma non ci credo che non siamo capaci di fare questo sforzo. Se il senso di comunità che abbiamo, il senso civico che ognuno invoca, si ferma di fronte all’indossare o meno un dispositivo che per i nostri tecnici sono una salvavita, allora bisogna fare valutazioni di altro tipo. In Veneto abbiamo avuto mille e ottocento morti, non dimentichiamolo». Detto questo specifica: «Non è un attacco alla libertà o altre sciocchezze che sento o vedo scritte in giro. E' una scelta di responsabilità dovute a indicazioni precise e circostanziate date dai nostri tecnici. Arrivano tante segnalazioni di cittadini che non utilizzano la mascherina. C’è obbligo di indossarla non per ossessionare le persone ma per metterle in sicurezza. E’ un atto di responsabilità». Poi fa riferimento alle eventuali multe: «Le ammende dai 400 ai 3mila euro sono previste dal decreto legge del 26 marzo. Noi non ci siamo inventati la multa, è previsto per legge che chi non rispetta le disposizioni viene sanzionato». 

Province confinanti

Una conferma importante arriva invece sul fronte spostamenti. Sarà consentito muoversi dentro la Regione senza dover esibire alcuna autocertificazione. Sarà altresì possibile raggiungere congiunti nelle province confinanti anche se fuori dal Veneto. Questo è il frutto di un accordo cone le regioni del Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna. Un accordo dello stesso tipo è stato firmato anche con la Provincia Autonoma di Trento. 

Mercati

«I mercati, di ogni ordine e grado, possono riaprire», annuncia il Presidente. Si riferisce quindi anche ai venditori ambulanti e quindi non è più solo riferito alla vendita di alimenti. Poi a domanda diretta spiega perché i supermercati possono riaprire la domenica: «Fosse per me non li terrei aperti la domenica ma non compete a noi la scelta di tenere aperto o chiuso e una ordinanza in questo senso sarebbe fafcilmente impugnabile da chiunque». 

Albergatori

«Altro aspetto fondamentale - spiega il Presidente - riguarda i ristoratori. Bisognerà avere elasticità per le aree esterne e i plateatici, fermo restando che la messa in sicurezza di personale e clienti deve esserci. Per questo vogliamo anche chiarire con una circolare alcune cose che riguardano gli albergatori, nello specifico il buffet che è molto apprezzata come pratica negli alberghi. Noi pensiamo che con delle accortezze, come ad esempio mettere un operatore con guanti e mascherina, si può fare. Si ordina ciò che si desidera, con la differenza che ci sarà un servizio e non ci si farà il piatto da soli. Come vedete si possono trovare sempre delle soluzioni, l’importante è che sia sempre garantita la sicurezza».

Fiere

Altra patata bollente è quella riguardante gli enti fieristici. Un comparto importante non solo per quanto riguarda realtà come Verona o Padova ma anche, naturalmente, Bologna e Milano, tanto per fare degli esempi: «Per gli enti fiera stiamo facendo pressione sul Governo con i colleghi governatori di Emilia Romagna e Lombardia, Bonaccini e Fontana, e stiamo attendendo una risposta.  Serve sostegno a un comparto fondamentale per l’economia e la promozione di prodotti e territorio». 

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