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Salute Stanga / Via della Croce Rossa

Strutture sanitarie private accreditate, Anisap: «Basta critiche, offriamo qualità»

L'associazione riunita a Padova ha fatto il punto sulla situazione delle strutture ambulatoriali accreditate al sistema sanitario regionale e puntato il dito contro gli attacchi

«Siamo orgogliosi di essere privati accreditati. I cittadini ci scelgono perché nostri servizi sono qualitativamente pari ai quelli del servizio pubblico, ma con un’organizzazione più efficiente» ha esordito il presidente Anisap Veneto Trentino Alto
Adige, Giuseppe Caraccio, nel corso della conferenza tenutasi lunedì nella sede del gruppo in via della Croce Rossa a Padova. Presente anche il dottor Marco Dal Brun, delegato per la sanità della Regione Veneto di Confindustria.

Struttura sanitaria privata: quando è convenzionata?

Caraccio ha illustrato la situazione della sezione Anisap, concentrandosi anche sui tagli ai finanziamenti regionali e puntualizzando sui servizi offerti e i rapporti che intercorrono con la sanità pubblica. Fermo anche il respingimento di molte critiche giunte al settore privato. «Una struttura sanitaria privata - spiega Caraccio - è convenzionata (o accreditata) al servizio sanitario regionale quando la Regione verifica il possesso di standard qualitativi, organizzativi e strutturali equiparati al settore pubblico. Il cittadino che vi si rivolge non sostiene quindi costi aggiuntivi rispetto a quelli che sosterrebbe se si in una struttura o con un professionista pubblico».

I numeri in regione

In Veneto Trentino Alto Adige l'Anisap raccoglie 41 società e 92 strutture ambulatoriali che erogano prestazioni di radiologia diagnostica, medicina fisica e riabilitazione, laboratorio analisi, poliambulatorio specialistico e medicina del lavoro. Le strutture occupano circa mille lavoratori con contratto dipendente e collaborano, in libera professione, con altri 1.200 medici specialisti e altre figure professionali sanitarie (tecnici radiologi, fisioterapisti, podologi, terapisti occupazioni, biologi, psicologi, neuropsicologi, infermieri, logopedisti, bioingegneri). Nel 2018 sono state erogate 11 milioni di prestazioni sanitarie di cui 3,6 milioni in convenzione con il servizio sanitario regionale, mentre ogni anno vengono portati avanti importanti investimenti.

«Le critiche sui costi? Infondate»

Il presidente è lapidario nei confronti di alcune critiche pervenute alle strutture private: «Si è parlato del costo di alcune risonanze magnetiche dicendo che alcune strutture offrissero tariffe di 50-60 euro a prestazione senza chiedersi però come si possa offrire un esame a questa cifra. Parliamo di apparecchiature che costa oltre un milione di euro per le quali serve anche una Tac per altri 300mila euro. L’installazione della macchina ha bisogno di una fornitura di energia elettrica di 100 kilowatt oltre a importanti lavori per il posizionamento a cui si aggiungono i costi per il medico radiologo, il tecnico, il personale dell’accoglienza, il costo della struttura, la manutenzione, cd, dotazioni tecnologiche, carta, busta porta referti, costi per l’accreditamento, costi per Inps ed Enpam per i medici» spiega Caraccio «A conti fatti una risonanza costa 150-160 euro e percepiamo, in caso di esame convenzionato, 180 euro per una risonanza magnetica muscolo-scheletrica. Se l'esame costa meno, è perché ci sono altre motivazioni non strettamente economiche».

I sindacati

Dito puntato anche verso i sindacati del settore pubblico: «Vogliamo continuare a lavorare con la Regione Veneto per abbattere le liste d’attesa, ma collaborazione, dignità e rispetto sono essenziali. La Regione ha tagliato i budget passando dai 140 milioni del 2015 ai 106 del 2018. Ed è la Regione a stabilire il numero di prestazioni che il servizio sanitario regionale acquista dai privati accreditati, che non hanno spese aggiuntive sul paziente. Dunque se il paziente è tenuto a pagare il ticket nella struttura pubblica altrettanto dovrà fare nel privato, perciò non si capisce il senso degli attacchi dei sindacati, che sono meramente strumentali» conclude il presidente Anisap.

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