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L’area del Parco Regionale dei Colli Euganei si candida a diventare Riserva della biosfera UNESCO

La proposta parte dall’Ente di via Rana Ca’ Mori. Il presidente Masin e il vicepresidente Scarabello impegnati nel far partire la prima fase che porterà alla realizzazione di un Piano di fattibilità da presentare al Ministero dell’Ambiente tra circa due anni e mezzo

È partito lunedì 18 ottobre dal palco dell’auditorium comunale di Galzignano Terme il nuovo iter che potrà portare l’area protetta dei Colli Euganei a diventare sito MaB – UNESCO, ossia a far parte della grande rete internazionale delle aree inserite nel programma “L’uomo e la biosfera” per la promozione di un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.

Primi rapporti

Il Parco Regionale dei Colli Euganei è il principale promotore di questa iniziativa e durante l’assemblea pubblica di ieri - partecipata da tutti i rappresentanti degli enti locali e dalle categorie economiche e alle associazioni ambientaliste - il presidente, Riccardo Masin, e il vicepresidente, Antonio Scarabello, si sono resi protagonisti tessendo i primi proficui rapporti - insieme alla Regione Veneto, rappresentata dei consiglieri Elisa Venturini, Elisa Cavinato, Enoch Soranzo e dall’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato - con il capo unità del programma Unesco per le scienze, Philippe Pypaert, il cui contributo in termini di coordinamento fu fondamentale per il riconoscimento del Delta del Po come Riserva della Biosfera già nel 2015.

«Si tratta di un progetto ambizioso e lungo»

«E proprio come per la grande “area umida” tra Veneto ed Emilia, per il Monte Grappa e altri 18 siti italiani – spiega il presidente, Riccardo Masin – il nostro intento è quello proposto dal Programma MaB, ossia migliorare le relazioni tra le persone e l’ambiente promuovendo approcci innovativi allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di vista ambientale. Si tratta di un progetto ambizioso e lungo, in quanto andrà costruito insieme a tutte le realtà del territorio a cominciare dai 15 comuni del comprensorio euganeo, alle realtà turistiche, alle aziende produttive, come quelle del vino, fino alle associazioni e ai portatori d’interesse. Ci tengo a precisare che il riconoscimento di sito MaB – UNESCO non comporterà ad altre forme di vincolo paesaggistico, ma al contrario rappresenta l’opportunità di programmare assieme il nostro domani ponendo al centro della discussione tutti i valori che i Colli Euganei incarnano e rappresentano».

La strada lunga due anni e mezzo

«La strada che ci si apre davanti – continua il vicepresidente, Antonio Scarabello, coordinatore dell’iter per il MaB-Unesco fin dal suo insediamento – sarà lunga due anni e mezzo e la trascorreremo in un costante confronto con il territorio per studiare interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici del territorio; assicurare il benessere dell’uomo; promuovere lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni che interessano l’area euganea. In tal senso abbiamo già ottenuto la disponibilità della Sesta Commissione Consiliare Regionale ad affiancarci in questo percorso, una appoggio importante che ci permetterà di trovare un dialogo costante con la Giunta di palazzo Ferro Fini. Il nuovo obiettivo che ci poniamo, infatti, è quello di realizzare un “Piano di fattibilità” che poi verrà presentato, alla fine dei due anni e mezzo, al Ministero dell’Ambiente. Il dossier di candidatura dovrà essere elaborato sulla base del format “Biosphere Reserves Nomination Form” e delle Linee Guida Nazionali. E’ essenziale l’avvio di un gruppo di lavoro che argomenti e contestualizzi le tre Funzioni e i sette Criteri definiti nel Quadro Statutario e che il processo di candidatura sia condiviso da tutti gli stakeholder del sito proposto».

I vantaggi

Il riconoscimento di Riserva della biosfera UNESCO indubbiamente porterebbe ad importanti risultati per l’area Euganea: sicuramente costituirebbe una forza propulsiva per fare da traino alle varie attività del territorio, conferendo loro un quadro di riferimento territoriale e gestionale; offrirebbe la possibilità di proiettare il territorio in una rete internazionale di siti UNESCO da cui attingere in termini di idee innovative, buone pratiche e modelli di gestione sostenibile; garantirebbe l’opportunità di ampliare il senso delle attuali attività territoriali, come la pianificazione turistica, la protezione della natura, le attività termali, le attività produttive e commerciali; faciliterebbe l’approvvigionamento di risorse economiche per la realizzazione di nuove infrastrutture garantendo una inter-connettività funzionale delle diverse aree (il Parco, le terme, la Bassa Padovana) e delle rispettive progettualità in corso e in programma di realizzazione.

Dare dinamicità 

«Non si tratta di costruire una cattedrale nel deserto – conclude Antonio Scarabello – ma di dare dinamicità ad un territorio caratterizzato da attività antropiche importanti ed evolute con almeno tremila anni di storia; di valorizzare un’area tra le più interessanti in termini di biodiversità e di valori naturalistici, e di continuare a dare impulso elle offerte turistica (già saldamente caratterizzata dal termalismo e dalle opportunità dell’escursionismo) e agricola attraverso le loro eccellenze. Con questo primo passo abbiamo iniziato a scrivere il domani dell’area Euganea e confidiamo di continuare ad avere il contributo di idee ed energie da parte di tutti, come è stato in questa prima fase, per riuscire a perseguire questo importante e ambizioso obiettivo».

Foto articolo da comunicato stampa - Il presidente Riccardo Masin e il vicepresidente Antonio Scarabello in collegamento con il capo unità del programma Unesco per le scienze, Philippe Pypaert

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