Conselve, "avvocati e protesta contro Bonollo: il grande bluff"
Riceviamo e pubblichiamo:
"Le temperature agostane e le strategie della Bonollo infiammano le polemiche e gli animi a Conselve. E' di pochi giorni fa la lettera inviata da uno studio legale di Padova che ha intimato ad alcuni residenti nella zona della distilleria la rimozione degli striscioni che da un anno campeggiavano sulla strada provinciale per Padova, in corrispondenza dell'entrata della nota azienda, in via Padova 74 a Conselve.
Tali striscioni erano stati apposti proprio l'anno scorso ad agosto, in segno di protesta per i noti disagi di inquinamento e, all'indomani della presentazione dell'ipotetico progetto di ampliamento voluto dall'azienda Bonollo e, a detta dei cittadini e comitati locali, assecondato "supinamente" dall'amministrazione Ruzzon, che, appena rieletta, sfoderò la "sorpresa".
Il Comitato Lasciateci Respirare di Conselve iniziò così, coadiuvata da altre organizzazioni, associazioni, organismi politici, la propria campagna di sensibilizzazione con raccolta di firme e dimostrazioni, nonchè conferenze ed assemblee pubbliche, facendo partire le rimostranze proprio dal Presidio, collocato a fianco dell'entrata della distilleria. I residenti prossimi allo stabilimento Bonollo ospitarono quindi gli striscioni (via via sostituiti nel tempo) con slogan e messaggi di condanna dell'inquinamento e di tutte le altre forme di disagio connotate con le lavorazioni della distilleria.
La cosa incomprensibile agli attivisti del Comitato è la tempistica dell'iniziativa legale, in agosto e a distanza di un anno esatto. "Con questa iniziativa dal forte connotato "intimidatorio" , si tenta, " a detta degli attivisti, " di sopprimere la libertà di espressione e il basilare diritto di protesta, ingenerando nei cittadini il concetto che basti un qualsiasi pretestuoso ricorso legale a fermare l'oggettività dei problemi rimarcati negli striscioni, ovvero il palese inquinamento, e tutte le altre forme di disagio che l'azienda in questione ha indubbiamente cagionato alla popolazione residente".
Sempre dal Comitato si leva la ferma condanna di un "gioco" ed una mossa reputata "scorretta che fa esclusiva leva sulla emotività e disconoscenza della tematica legale in materia di libera espressione e democrazia, premendo sulla delicata psicologia di cittadini che per prima cosa pensano a coinvolgimenti sanzionatori (in un delicato periodo storico economico) e legali, nonostante, per dirla tutta, i messaggi esposti hanno sempre contenuto dati oggettivi e pertinenti con articoli di stampa, relazioni e riscontri ufficiali".