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Giovedì, 25 Aprile 2024
Segnalazioni

Stop urbanizzazione per gli ultimi spazi verdi rimasti in città: la denuncia di Anima Critica

"Impermeabilizzare ancora il suolo significa realizzare nuovi spazi urbani non più gestibili, basta dunque con le cattedrali nel deserto e No a nuovi invasivi centri commerciali".

“Suggestive le immagini dei ciuffi d'erba fuoriusciti dai cubetti di porfido, la natura "ribelle" che si "riprende lo spazio" in Piazzetta Conciapelli, quasi una piazza a prato inglese, magari tra un po’ ci si potrà anche giocare il golf...chissà...un turismo a Padova alternativo”, è la denuncia di Anima Critica su una delle zone più vicine al centro storico.

DIFFICILE GESTIONE. “Ogni città ha una sua complessa gestione delle grandi aree- si legge sulla nota- e spazi urbani da gestire, considerando poi le aree dismesse, le fabbriche in disuso, i cantieri abbandonati e le enormi strutture fatiscenti di "archeologia industriale" nell'intero perimetro comunale che si estende oltre le periferie urbane, spesso dimenticate e contaminate dall'abbandono e degrado, si capisce l'enormità e la complessità di gestione. La segnalazione non è polemica, infatti questa volta si vuole porre l'accento, non tanto (per una volta almeno) sull'erba che spesso in estate sembra farla da padrona, anche in pieno centro, ma aprire una positiva riflessione dunque sul problema di non continuare ad urbanizzare gli ultimi spazi verdi rimasti a Padova”

Anima Critica Piazzetta Conciapelli

BASTA CEMENTIFICAZIONI. “Infatti, se da un lato si evidenzia la difficoltà di manutenzione solamente riguardanti le aree cittadine già massicciamente urbanizzate, va da sé come sia logico sottolineare che continuare ad impermeabilizzare ancora il suolo significa realizzare nuovi spazi urbani non più gestibili. Basta dunque con le cattedrali nel deserto, “No” a “nuovi invasivi centri commerciali”. Basta parcheggi ed inutili supermercati, basta catramizzare e cementificare il territorio, perché continuare a sottrarre inutilmente prezioso suolo alla terra, oltre che creare irreversibile danno ambientale, nel futuro si realizza certamente degrado da abbandono, per le difficoltà insite nella difficile gestione degli spazi ormai illimitati”.

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