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Cittadella, Alessio Rizza: «Puntiamo al massimo possibile. Gorini mi ha sempre aiutato e crede in me»

Il terzino scuola Empoli si gode la titolarità di queste ultime settimane, merito del cambio di sistema di gioco di Gorini e del supporto anche nei momenti più duri proprio del tecnico granata

Come corre Alessio Rizza! Dopo qualche mese di ambientamento con la realtà Cittadella, da metà febbraio in poi il prodotto del settore giovanile dell'Empoli ha cominciato a trovare sempre più spazio finendo per conquistare Gorini a suon di buone prestazioni e corse a perdifiato sulla fascia sinistra. Quattro gare di fila dal 1' pre sosta sono il sigillo sulla crescita di questo ragazzo, sempre composto e grande lavoratore. «La sosta arriva al momento giusto», riconosce il forte esterno mancino. «Da quando sono arrivato qui ho sempre lavorato e svolto quello che dovevo fare. Sono contento perché sto trovando il mio spazio».

Nei primi non hai mai giocato, poi a fine gennaio qualche minuto - positivo - con la Samp e poi da metà febbraio grande considerazione nelle rotazioni di Gorini. Quando è scattato il click secondo te? «In allenamento ho sempre fatto il mio. Magari ho avuto l'occasione di giocare a Spezia o Venezia e da quel momento il mister ha iniziato ad avere ancora più fiducia in me». 

Il cambio con la difesa a 3 ti ha agevolato in questo senso? «Si, perché ho sempre ho fatto l'esterno a tutta fascia. A 5 la fase offensiva e difensiva sono molto simili, mentre a 4 devo prestare maggiore attenzione difensivamente. Lo stile di gioco resta sempre aggressivo, l'interpretazione della gara non cambia. Ad Empoli nelle giovanili giocavo a 4, qualcosa ricordavo, ma è pur vero che è tutto un altro calcio».

In che senso? «In Primavera il livello è alto, basta vedere quanti giocatori ha sfornato l'Empoli in questi anni tra A, B e C. Cambia sicuramente il livello atletico e l'importanza delle partite». 

C'è di magico nel settore giovanile dell'Empoli? Te, ma in A ci sono Baldanzi, Fazzini, siete in tanti ad altissimi livelli. «Per la mia esperienza posso dirti che giocando 12 anni lì c'è un'aria famiglia dove vieni curato in ogni particolare. Credono in te e l'ambiente è preparato e professionale. In questo senso Cittadella è molto simile ad Empoli. Anche qui l'ambiente è molto famigliare».

Che periodo sta attraversando la squadra? «Questi due pareggi ci sono serviti per invertire la rotta. L'importante era tirare fuori la testa, ma alla ripresa a Lecco abbiamo una prova per vedere se siamo usciti del tutto da questo periodo».

Siete a -1 dai playoff e +6 dai playout: questo Cittadella, dove deve voltarsi? «Credo che dobbiamo essere ambiziosi e guardare in alto».

Contro il Lecco al rientro dalla sosta, che gara ti aspetti? «Sappiamo il momento che vive il Lecco, ma queste sono le partite più difficili da preparare a livello mentale. Per assurdo è più facile preparare una gara con la capolista rispetto che con l'ultima in classifica. Le insidie sono sempre dietro l'angolo. Ci sono tanti fattori che possono influenzare una gara simile, ma noi dobbiamo solo stare focalizzati su noi stessi».

Ti sei dato una spiegazione per il blackout pre due pareggi? «A livello mentale non è semplice da spiegare. Prendi il Pisa: la gara è stata equilibrata ed abbiamo preso gol all'89'. Magari nella testa si viene a creare sconforto ed entri in un loop negativo. Abbiamo fatto fatica a ritrovare qualche episodio positivo». 

Questi due pareggi, stando alle tue parole, sono tanta roba. «A Cosenza siamo tornati a non subire gol, aspetto importante per noi. Forse nella classifica questi due punti si noteranno poco, ma in termini morali possono cambiare la rotta di questo periodo». 

E tu che rotta che stai perseguendo con il Cittadella? «Mi sono sempre trovato bene in questa squadra ed ora che sto trovando molto più spazio sono ancora più felice. Voglio continuare su questa linea».

Con mister Gorini come va? «Anche quando non giocavo mi ha sempre tenuto in considerazione e parlato, cercando di migliorarmi nella fase difensiva. Mi sono sempre sentito parte del gruppo e tranquillo, perché sapevo che lo staff credeva in me».

Come ti trovi a Cittadella? «Vivo a pochi passi dal Tombolato. Sono casa e bottega, diciamo così. Vivo con la mia compagna, mi trova bene».

Aspettative per questo rush finale? «Puntiamo al meglio possibile».

Per caso il meglio possibile è una parola che inizia con la parole P? «Diciamo di si...».

Hai un modello a cui ti ispiri? «Come caratteristiche mi piace Theo Hernandez, ma non paragonatemi a lui vi prego!»

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