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MERICORDO. Tuffi nel Bacchiglione e Novella Calligaris: un "turbo'' in piscina

di Gianni Trivellato - Applaudendo Federica Pellegrini a Sanremo ci siamo ricordati di una grande campionessa padovana e di quando i nostri nonni e bisnonni andavano a nuotare, sotto l'egida della Rari Nantes, nel Bacchiglione

Il Festival di Sanremo ha reso onore, l'altro giorno, alla campionessa di nuoto Federica Pellegrini. Grande virtuosa in piscina, prima donna italiana ad aver vinto una medaglia d'oro ad una Olimpiade, e precisamente ai Giochi di Pechino nel 2008 nella specialità dei 200 metri stile libero. Fino ad ora Federica ha collezionato, oltre ad una miriade di titoli nazionali ed europei, ben quattro titoli momdiali nei 200 e 400 metri stile libero. Un vanto per il Veneto, e soprattutto per il suo paese natale, Mirano, in provincia di Venezia. Assistendo alla sua esibizione (Federica ha persino ballato un valzer con Gianni Morandi) mi sono ricordato di un'altra grande campionessa del nuoto italiano, Novella Calligaris. E mi sono detto, ovviamente inorgoglito, che era il caso di dedicare un siparietto a questa atleta padovana doc, e quindi a sua volta vanto delle nostra città prima ancora che dell'Italia intera.

SINGOLARE RAFFRONTO. Singolare il raffronto tra le due grandi nuotatrici. Statutaria, alta, possente, quasi un ritratto moderno di un'antica vestale romana, forse perfino di una dea greca, la Pellegrini. In altezza sfiora il metro e ottanta, il peso forma è sui 64 chilogrammi: carattere estroso, brillante nella conversazione e sempre desiderosa di recitare il ruolo della protagonista, al punto da sfruttare senza alcun timore la sua bellezza perfino in pose da fotomodella. Esattamente il contrario la nostra Novella, 1.67 di altezza, 48 chilogrammi il peso forma, riservata, quasi timida, poco propensa ad offrirsi ai fari dell'esibizione pubblica, al punto che nel 1972, nel pieno dei suoi trionfi mondiali, rifiutò persino un'intervista alla Rai che mandò in onda un servizio con immagini delle sue favolose bracciate condite dalla soave musica di un valzer.

CAMPIONESSA A 13 ANNI. Novella, allora atleta della Rari Nantes Patavium, ottiene i suoi primi successi come ondina a soli tredici anni. Inizialmente a credere in lei sono in pochi, a cominciare dal suo allenatore Costantino Dennerlein. "Troppo esile e minuta per poter competere ad alti livelli'', sentenziano i critici. Ma Novella è decisa a smentire tutti. Ha nelle vene il sangue di una campionessa, e all'apparente fragilità fisica unisce una grande tecnica e un carattere da ''vecchio alpino''. Comincia giovanissima a primeggiare in Italia in varie specialità, dai 200 stile libero ai 200 farfalla, e poi nei 200 e 400 misti. Nel 1969, a 14 anni, arrivano i primi sucessi europei e due anni dopo, ormai consacrata e riconosciuta come campionessa, migliora i primati europei nei 400, 800, 1500 stile libero, lottando e battendo le migliori nuotatrici del continente, con olandesi e tedesche dell'est in prima linea.

RECORD DEL MONDO. Non vi sono dubbi che le stagioni 1972-'73 sono le annate d'oro dell'atleta patavina, in quegli anni passata alla Padova nuoto. Alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, nel 1972, conquista il 30 agosto la medaglia di argento nei 400 stile libero, e il giorno dopo quella di bronzo nei 400 misti. L'anno successivo, ai campionati del mondo in scena a Belgrado, arriva l'alloro più lucente, e cioè il record mondiale negli 800 stile libero. Novella abbandona l'attività agonistica molto presto, a soli vent'anni, dopo aver collezionato ben 71 titoli italiani, 21 europei e un record mondiale. Il tutto alla faccia degli iniziali scettici. Una volta abbandonata la scena agonistica si dedica un po' alla volta al giornalismo e appare spesso come commentatrice sportiva in Rai. Ma sempre con grande moderazione ed equilibrio e senza mai esagerare nei toni.

NUOTO NEL FIUME. Novella Calligaris a mio avviso ha contrassegnato il passaggio tra un nuoto padovano abbastanza amatoriale e quello diventato poi, proprio inzialmente con lei, professionale. A metà degli anni '50 il Comune realizza la prima piscina alla Paltana e i padovani abbandonano a quel punto le acque del fiume. Val la pena ricordare infatti che dai primi anni del secolo i nostri nonni e bisnonni andavano a nuotare, sotto l'egida della Rari Nantes, nel tratto del Bacchiglione che dal Bassanello va a lambire le mura cinquecentesche, dal bastione Alicorno fino alla Saracinesca. Sulla riva destra del fiume sorse appunto nel 1906 lo stabilimento della società Rari Nantes Patavium creata, come dice il vecchio statuto ''per incrementare l'arte natatoria''. Società che negli anni '30 raccolse in una stagione estiva fino a 30 mila presenze! Erano altri tempi, quando solamente i gran ricconi potevano permettersi un soggiorno al mare, in particolare al Lido di Venezia. La Rari Nantes si dedicherà principalmente al nuoto, come ho già detto, fino a metà degli anni Cinquanta, quando con la creazione della prima piscina nascerà anche la Padova Nuoto, in seguito affidata a Dino Musner, e la Rari Nantes si dedicherà esclusivamente al canottaggio.

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