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Lo sport a parole: sono sessanta i titoli in lizza per il Premio Geremia

Ogni anno per il Premio vengono selezionati da una giuria composta da grandi protagonisti del mondo dello sport, libri e romanzi che raccontano episodi, imprese, delusioni e quel legame che c’è tra la pratica e la società

Quanto spazio occupa la sport nelle nostre vite è sempre più evidente. Dai praticanti, la parte attiva del movimento sia amatoriale che semi professionistico, che sono un numero elevatissimo, a quelli che semplicemente seguono piccoli e grandi eventi. Il Premio Memo Geremia è nato nel 2014 con lo scopo di diffondere e valorizzare gli ideali e la cultura legati allo sport, promuovere la lettura ed infondere i principi di passione e sportività improntati all’esempio di Memo Geremia, grande esponente del mondo dello sport padovano. Ogni anno per il Premio vengono selezionati da una giuria selezionata composta da grandi protagonisti del mondo dello sport, libri e romanzi che raccontano episodi, imprese, delusioni e quel legame che c’è tra la pratica e il territorio. E’ il più importante premio di letteratura italiano per quanto riguarda la letteratura sportiva.

Titoli

I titoli di questa edizione sono davvero numerosi ed è impossibile citarlo tutti. Questo però da l’idea di quanto sia cresciuto l’interesse degli appassionati. Si va da Giancarlo Dotto che racconta Maradona, sono tanti i libri dedicati agli eroi del pallone, all’autobiografia di Gianni Bugno. Non mancano i libri dedicati alle donne, come quello di Manuela Mellini, “La strada conquistata”, o “Whiteout” di Anna Torretta, Eleonora Delnevo e Dorota Banlowksa che racconta storie di rivincite a fronte di realtà drammatiche.

Narrazione

Rossano Galtarossa, medaglia d’oro a Sydney e sempre sul podio nelle edizioni di Barcellona, Atlanta, Atene e Pechino, quest’estate ha commentato su Eurosport le gare di canottaggio. Uno stile completamente diverso da quello che ha reso immortale la sua impresa del 2000, resa ancora più straordinaria dal racconto in diretta di un appassionato e coinvolgente Giampiero Galeazzi. «Come lo sport si racconta è importante. Per questo il Premio Geremia è una grande occasione di diffondere un linguaggio appropriato, approfondendo. Per quanto riguarda il premio Geremia, sono sette anni che sono nella giuria. E’ interessante soprattutto vedere come le persone coinvolte nella valutazione fanno questo con estrema serietà. Ci sono confronti serrati su certi libri, questo da l’idea anche del rispetto che c’è verso il lavoro degli autori. Individuarne uno non è sempre facile, ci vuole attenzione e lavoro da parte di tutti».

Studio

Anche il Presidente del Coni regionale, Dino Ponchio, fa parte della Giuria del Premio. «Sono sessanta titoli, sessanta opere che leggiamo con estremo piacere. La qualità è sempre alta. Una delle cose più complicate è arrivare a una sintesi perché tante sarebbero da premiare e ci sono discussioni accese attorno ai libri». Un’altra conferma che lo sport è entrato nelle vite di tutti i giorni, che spesso anticipa processi sociali complessi, che è veicolo per messaggi che diventano universali.  «Non è normale che a scuola non si studi storia dello sport, ma già negli settanta si capiva l’importanza dell’educazione fisica. Oggi ci troviamo di fronte al fatto che non solo sappiamo quanto l’attività fisica sia importante, ma sappiamo pure come sia importante anche conoscere la storia dello sport stesso, per comprendere meglio la società in cui viviamo. Deve avere pari dignità come in tutto il resto del mondo, lo sport a scuola». Cosa c’è di meglio che partire dai libri.

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