L'amministrazione provinciale di Padova «conferma che non intende rilasciare alcuna autorizzazione alla società Buzzi Unicem Srl. per l’utilizzo di Css - combustibile solido secondario in sostituzione dei combustibili attualmente utilizzati nella Cementeria di Monselice»
Il Consiglio Comunale di Monselice ha respinto la proposta di convenzione formulata dalla Buzzi nella quale non era presente alcun impegno a non bruciare Css
Uno studio pubblicato su una importante rivista scientifica conferma le preoccupazioni dei comitati rispetto all'impatto della cementeria sulla salute, in particolare sulle giovani generazioni
La sera di giovedì 4 giugno, verso le 18.50 quando si è alzato il vento, «in contemporanea si è alzata una nuvola nera di carbone coke e sabbie silicie esauste (scarto di fonderia)», denunciano ancora una volta i residenti
I consiglieri di minoranza: «Si è riunita l’ultima volta più di 6 mesi fa, il 22 ottobre 2019. Bisogna definire, quando possibile, le prossime azioni atte a ridurre l’impatto ambientale dell’impianto»
I proprietari della cementeria rispondono alle accuse mosse negli ultimi giorni: "I comitati prendono a riferimento dati del 2013, ma studi più recenti forniscono indicazioni contrarie. Invocare la chiusura è quanto mai fuori luogo"
Francesco Miazzi consigliere comunale di Monselice: «I dati Arpav dimostrano che gli inquinanti principali presi in considerazione (PM10, ossidi di azoto e benzo(A)pirene) e conteggiati nei quantitativi, provengono dalla stessa fonte di emissioni, la cementeria»
Il consigliere del Partito Democratico commenta i dati dello studio Arpav: «968 tonnellate annue di ossidi di azoto prodotte, la metà di quelle di Padova, che però ha 200mila abitanti, non 17.500»
Gli ambientalisti non sono soddisfatti: «Manca il rilievo degli inquinanti che possono essere emessi dal camino e riscontro concreto su quanto poi succede al suolo»
Effettuati dall'Arpav in accordo con l’ULSS 6 Euganea dal 5 al 12 marzo presso le scuole Cini e Tortorini, nella sede dell’Anffas in via Rivella e nell’area dell’ex ospedale
Dopo il serrato confronto di questi ultimi mesi, un primo "strumento" per monitorare il delicato processo nel perimetro dei rapporti all'interno dello stabilimento e per favorire una positiva presenza del sito produttivo nel territorio