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Pandolfi alla direzione del VIMM diventa un caso internazionale nel giorno della visita della Presidente Casellati

L'insolita scelta del luminare di lasciare la prestigiosa Harvard, le dimissioni in massa del comitato scientifico internazionale per il timore di uno scandalo che potrebbe investire l'istituto fanno da sfondo alla visita della seconda carica dello Stato

Una storia che comincia al di là dell’Oceano e che coinvolge eminenze della scienza e della ricerca mondiale. Da quando è stata ufficializzata la nomina alla direzione dell’Isituto di Ricerca Scientifica Molecolare del genetista e biologo molecolare di fama mondiale, l'italiano Pier Paolo Pandolfi, una nomina che dovrebbe portare lustro e competenza ai massimi livelli, sta facendo invece sempre più crescere il malcontento da parte di luminari della comunità scientifica internazionale. 

La lettera

Così, per raccontare questa vicenda che qui da noi sta montando un caso, proprio nel giorno visita della Presidente del Senato all’Istituto di Medicina Molecolare, detto più comunemente VIMM, è necessario partire dalla lettera scritta dal comitato scientifico internazionale al Presidente della Fondazione, il professor Francesco Pagano, che l'Istituto lo ha fatto crescere fino a farlo diventare quello che è. 

Dimissioni in massa

Nella missiva vengono annunciate le dimissioni in massa da parte di tutti i componenti del comitato scientifico. Stiamo parlando, tanto per fare alcuni nomi, del presidente dello "scientific advisory board", Wolfgang Baumeister, biologo tedesco e direttore del Max Planck Institute; del premio Nobel per la Chimica 2004, l’israeliano Aaron Ciechanover; del docente di Neurobiologia cellulare all’University College di Londra Marino Zerial; del biologo giapponese Junichi Sadoshima e di Norbert Perrimon, genetista di Harvard. Harvard, la stessa Università da cui arriva il professor Pier Paolo Pandolfi, uno scienziato con un curriculum pieno di prestigiosissimi riconoscimenti.

Qui entra in gioco Leonid Schneider, che cura e coordina il sito "For better science", che ha come obiettivo difendere la comunità scientifica da situazioni non trasparenti e tutelare il mondo accademico. A conseguenza di questo importante lavoro da lui svolto sono nati una serie di comitati in tutte le facoltà del mondo, anche italiane. Una rete composta di professori e ricercatori da tutto il mondo che lavorano in rete proprio per monitorare e verificare che non si commettano abusi, nel senso più ampio del termine. Allo stesso tempo del professor Pier Paolo Pandolfi si occupa anche il giornalista americano Michael Balter, uno dei reporter che ha contribuito a far esplodere il caso delle molestie sessuali negli Usa, ai danni prevalentemente di donne, ma non solo, poi sfociata nel movimento MeToo. La sua è una battaglia molto coraggiosa che tanti degli accusati cercano di contrastare a suon di querele miliardarie, da noi anche definite "temerarie". Una pratica comune quella di chiedere risarcimenti a cifre inverosimili per spaventare e isolare chi, spesso giornalisti come nel caso di Michael Balter, ha il coraggio di far emergere storie di violenze e di soprusi troppo spesso praticate da persone che si sentono inattaccabili perché ricche e potenti. 

Leonid Schneider in un lungo articolo in cui ricostruisce tutti i passaggi dell’uscita del professore da Harvard, e tal  proposito nelle specifico, scrive: «Leggendo tra le righe si capisce che non c'è nessun tipo di borsa di studio, assegno di ricerca o qualsivoglia finanziamento a sostegno del nuovo laboratorio di ricerca di Pandolfi alla DRI e di sicuro nemmeno gli italiani hanno pensato a supporti di questo tipo. Sembra che DRI e VIMM stiano rischiando il tutto per tutto tanto sull'NIH come sulla Commissione Europea per evitare di venire a conoscere le ragioni per le quali Pandolfi se ne sia andato da Harvard  e  per non sborsare soldi in assegni di ricerca dal momento in cui lui è riconosciuto come una star». Michael Balter lo contattiamo direttamente via mail e ci risponde immeditamente: «È difficile essere specifici perché le mie fonti richiedono l'anonimato e sono molto spaventate dalle possibili ritorsioni, tuttavia, posso confermare con certezza alcune cose: Pandolfi è stato costretto a dimettersi dalla Harvard Medical School e dal Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) a causa di accuse di molestie sessuali. È vero che BIDMC e Harvard non commenteranno, definendolo una "questione personale”. Il laboratorio di Pandolfi al BIDMC è stato smantellato dopo la sua partenza, i membri di quello che era il suo laboratorio stanno cercando nuove sistemazioni».

Da Harvard  non arrivano né conferme né smentite e, come dice Balter si accenna solo a “motivazioni personali” e nulla di più. La stessa linea viene mantenuta anche nella risposta alla mail che inviamo noi per sapere se effettivamente sono state queste gravi motivazioni ad aver causato l’eventuale allontanamento del professore. La risposta è tanto cortese quanto vaga. L’unica cosa chiara è che non ci sia la volontà di parlare dell’argomento. Neppure a Padova sembra che nessuno abbia molta voglia di parlarne, tanto che si evita completamente l'argomento. La Presidente Maria Elisabetta Casellati esalta la storia e la mission del VIMM, ma non nomina mai il neo direttore. L’unico a dover rispondere della vicenda è il Presidente della Fondazione, Francesco Pagano. Si dice assolutamente tranquillo al riguardo e anzi, testualmente, dichiara: «Ci metto la mano sul fuoco sul Professor Pandolfi. E’ una figura di livello internazionale, se ci sono dei malumori è solo perché c’è anche a chi non sta bene questo cambio, ma non c’è nulla di nuovo in questo. Nel mondo scientifico accade». Alle accuse insomma, lui non ci crede affatto. «Il comitato scientifico internazionale avrebbe ugualmente dovuto rinnovarsi entro il 31 dicembre, non c'è nulla di così strano in quanto accaduto». A proposito della lettera fa sapere che risponderà. 
Un clima antitetico che ha del surreale, che vede da una parte fior fior di scienziati di tutto il mondo preoccuparsi che l'Istituto possa essere sconvolto da uno scandalo di dimensioni internazionali, mentre dall'altra, la seconda più alta carica dello Stato esaltare l'importanza della ricerca assieme al Rettore Rizzuto, al sindaco Sergio Giordani, all'assessore regionale Roberto Marcato e alle più alte cariche militari. A fare gli onori di casa, questa mattina, è stata la vice presidente della Fondazione, ex sindaco ed ex senatrice, Giustina Destro, che nel ricevere l'amica di lunga data, la Presidente del Senato Casellati, le ha fatto dono di un foulard prodotto da degli artigiani di Como con impresso l'affresco che campeggia sul tetto di Palazzo Madama. Insomma, al VIMM sono certi della loro scelta.IMG_2723-2

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