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Cronaca

Prof a scuola un solo giorno, la preside esasperata: "Nessuna tutela per gli studenti"

La polemica è scoppiata all'Istituto Severi di Padova ma vale per qualsiasi altra scuola italiana: "Richieste come queste sono all'ordine del giorno perchè tutelate da un istituto giuridico. Ad andarci di mezzo, però, sono sempre i ragazzi". L'assessore all'Istruzione Donazzan: "Brava la preside"

Si presenta a scuola solo per un giorno, a ridosso delle festività natalizie, il 23 dicembre, facendo saltare così la supplente appena assunta e, conseguentemente, anche i nervi della preside. L'istituto è il tecnico industriale "Severi" di Padova, lui è un prof di Diritto che dall'inizio dell'anno scolastico ha presentato domanda di congedo salvo poi ripresentarsi a dicembre per chiedere un prolungamento a partire dal 9 gennaio, primo giorno di rientro al termine delle vacanze invernali.

LA LETTERA. "Non un caso eccezionale, come il suo ce ne sono moltissimi altri in Italia" racconta la preside Nadia Vitale che però non ha potuto fare a meno di "bacchettare" l'insegnante reo, in questo modo, di aver complicato il percorso scolastico dei ragazzi. Si perchè con quella sola presenza il docente ha "fatto saltare" la supplente appena chiamata dalla scuola, lasciandoli nuovamente senza "guida". Così la preside ha preso carta e penna e ha scritto  una lettera al professore domandandogli non senza polemica "Perchè si è ripresentato a scuola per poi risparire?". Una missiva girata poi agli studenti e ai genitori, finita infine sui giornali: "Qualcuno ha voluto fosse resa pubblica e io ho dato il consenso perchè ritengo che sia un modo per evidenziare un problema caro a tanti istituti scolastici, se serve a migliorare la situazione, ben venga".

PROBLEMA "A MONTE". La preside tiene a sottolineare che non "vuole tirare la croce addosso al singolo docente" ma appunto sollevare la questione: "Situazioni così sono comunissime in tutto il Paese. Si tratta di una persona come le altre che ha usato un istituto giuridico legittimo. Il problema è a monte: il congedo comporta diverse variabili con cui, poi, si devono fare i conti. Prima fra tutte la questione tempistiche. Tutto dipende dalla motivazione addotta: se per esempio un insegnante vuole ricongiungersi con il coniuge all'estero diventa una "storia infinita". Il fatto è che non si infrange nessuna legge, anzi è tutto perfettamente regolare, ma così facendo a rimetterci sono sempre gli alunni che, nella fattispecie, si trovano a metà anno scolastico ancora senza docente. Il mio vuole essere "un grido di dolore": esistono tutele inviolabili per i lavoratori ma agli studenti, che per altro sono stati in questo caso collaborativi al massimo, non pensa mai nessuno".

SUPPLENZE. A complicare la situazione, poi, sono le assunzioni dei supplenti chiamati a sostituire i docenti di ruolo: "Sono sicura che nemmeno lo stesso professore sa che fatica sia oggi trovare un sostituto. Si fanno decine di telefonate, spesso declinano l'offerta, altre volte danno una prima disponibilità poi rinunciano, ed è la graduatoria, poi, a contare. Le procedure sono farraginose: minimo servono quattro giorni per reperirne uno, se tutto va bene, ma di solito, appunto, non è così. I giorni passano e gli studenti si trovano 'a piedi' ". La preside, ad oggi, pare comunque essere riuscita a reperire un docente disponibile mentre, quello attualmente di ruolo, difficilmente tornerà: "Con i collaboratori l'insegnante ha concordato di restare in congedo almeno fino alla fine dell'anno scolastico. A questo punto, però, immagino che non si presenterà più e chiederà il trasferimento: probabilmente già dall'inizio non era convinto nemmeno lui della proposta".

DONAZZAN. Plaude al suo "coraggio" l'assessore all’Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan che si schiera a sostegno della preside dell’istituto: "Brava la preside, ne apprezzo l’indignazione e il coraggio. La ringrazio perché dà prova di non arrendersi ad un sistema consolidato e codificato". Infine i provvedimenti: “Quanto a quell’insegnante che ha usato un sacrosanto strumento previsto da una norma di civiltà, cioè quello di conservare la cattedra in presenza di malattia o della malattia di un congiunto – conclude l’assessore veneto – intendo chiedere tutte le verifiche del caso: qualora ci fosse un abuso, dovrebbe essere licenziato".

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