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L'indagine

Quanto ci costa il veterinario

Una ricerca di Altroconsumo su sei città italiane svela i costi a volte molto alti per il benessere dei nostri amici a quattro zampe

Cani, gatti, volatili o pesci rossi. Circa il 40 per cento delle famiglie italiane possiede un animale da compagnia (dati Assalco/Agricommercio del 2022). Nonostante l'amore e l'affetto che ci danno quotidianamente, i nostri amici a quattro zampe hanno un costo importante che si deve sempre tenere in considerazione prima di decidere di adottare un cucciolo. Proprio su cani e gatti si è concentrata l'ultima ricerca di Altroconsumo che ha avuto come obiettivo evidenziare i costi del veterinario su sei città diverse: Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. 

Il costo della prima visita

L'indagine dell'associazione dei consumatori ha voluto analizzare il costo per una prima visita di un cucciolo di cane di sei settimane in diverse città italiane. In totale sono stati contattati telefonicamente 149 ambulatori veterinari. Per i servizi medici inclusi nella "prima visita" alcuni veterinari controllano occhi, denti, orecchie, pelo, temperatura, battito cardiaco, respirazione e tono muscolare. In alcuni casi è incluso anche l’esame delle feci, le vaccinazioni oppure la sverminazione. Quando non sono compresi nel costo della visita, si devono pagare a parte. 

È emerso che solo 20 ambulatori contattati propongono una prima visita gratuita per conoscere l’animale. C’è una differenza notevole di costi tra una città e l’altra dove normalmente quelle al Sud sono più economiche. Con i costi medi si va dai 39 euro di Napoli ai 50 euro di Milano. A Milano, Torino e Bari hanno trovato anche strutture che chiedono circa 80 euro. 

Dati prima visita cane - Altroconsumo

In generale, gli ambulatori sono più economici delle cliniche. A differenza del classico studio veterinario, la clinica offre solitamente orari prolungati e servizi di degenza per l'animale, oltre che quello di pronto soccorso veterinario. Altroconsumo ha rilevato anche una panoramica per quanto riguarda le possibili situazioni di emergenza per gli animali. Su 149 strutture il 19 per cento ha un servizio di pronto soccorso aperto 24 ore su 24, ma spesso bisogna telefonare prima per avvertire la struttra. Nel 54 per cento dei casi gli ambulatori sono aperti solo durante i giorni feriali e non sono reperibili fuori dagli orari di visita. Il 27 per cento, invece, ha riferito che per le emergenze è possibile contattarli al telefono.

Microchip, un costo obbligatorio

In Italia - per i cani - il microchip è obbligatorio per legge e l'applicazione ha un costo che a volte non è compreso nella prima visita o durante quella delle vaccinazioni. Nella stessa città si va da un minimo di 25 euro fino a un massimo di 65 euro. In media, a Bari si spendono 34 euro, mentre a Milano 49 euro. Non solo, dopo aver applicato il microchip, il veterinario si occupa dell’iscrizione all’anagrafe e in alcuni casi, come a Roma, il medico può chiedere un contributo anche per questa procedura. In alternativa al veterinario, il microchip può essere applicato all'Asl, dove in genere costa meno. Nel Lazio ha un prezzo di 28 euro, mentre in Lombardia di quasi 22 euro. 

Costi microchip - Altroconsumo

Costi da tenere in considerazione

Lo scorso anno Altroconsumo ha realizzato un'indagine dalla quale è emerso che per un animale - nello specifico cane o gatto - una famiglia spende in media 1562 euro all'anno, di cui 341 euro di spese mediche. I costi aumentano se l'animale è più anziano, così come la frequenza delle visite. In quest'ultima indagine, che ha però rilevato i costi specifici delle prime visite, sono stati coinvolti anche i membri della community di Altroconsumo, ACmakers. Dalle risposte che i cittadini iscritti al servizio hanno dato, è emerso che oltre 400 consumatori hanno portato il proprio animale domestico circa due o tre volte dal veterinario nell’ultimo anno - più spesso chi possiede un cane, rispetto a un gatto.

Oltre al costo del veterinario c'è anche da tenere in considerazione quello dei farmaci, dove quelli che animali hanno prezzi molto più alti, e - ovviamente - il cibo. Ad oggi le spese mediche sono totalmente a carico dei cittadini ed è quindi responsabilità di chi vuole adottare tenere in considerazione i costi di mantenimento prima di decidere di prendere un animale domestico. C'è un modo però per recuperare parte dell’importo versato: nella dichiarazione dei redditi è prevista infatti una detrazione fiscale pari al 19 per cento, per un importo massimo di 550 euro e una franchigia di 129,11 euro. Da questo, è possibile ottenere 80 euro di detrazione Irpef. 

Articolo originale su Today.it

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