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Attività lavorative al Due Palazzi, siglato per la prima volta in un carcere italiano un progetto di premialità

Sono circa 150 le persone detenute che hanno la possibilità di lavorare e di poter guadagnare uno stipendio fruendo di un “diritto” non scontato in ambito di reclusione

Un'attività di lavoro vero e proprio che li occupa mattina e pomeriggio a seconda del tempo a disposizione dal lunedì al venerdì e che consente loro di poter impiegare fattivamente il tempo che altrimenti passerebbero nei corridoi o nelle celle: siglato al "Due Palazzi" di Padova (prima volta in un carcere italiano) un progetto di premialità per i lavoratori-detenuti impiegati dalla cooperativa sociale Giotto al Due Palazzi di Padova, nelle attività di call center e assemblaggio.

Carcere e lavoro

Non una realtà semplice o comune a tutti ma un impiego che segue un percorso molto attento di valutazione e che coinvolge circa il 30% di tutta la popolazione residente della Casa di Reclusione di Padova. Sono perciò circa 150 le persone detenute che hanno la possibilità di lavorare e di poter guadagnare uno stipendio fruendo di un “diritto” non scontato in ambito di reclusione. L’importanza di questi dati parla da sola se si considera che a livello nazionale la percentuale di occupazione vera e propria all’interno delle carceri è dell’1,5%. Ma il dato più impressionante è che le persone detenute che trascorrono la pena lavorando durante la pena invece di tornare a delinquere (quella che va con il nome di recidiva) tra l’1% ed il 5 % anziché nel 70% dei casi (merita specificare che se la recidiva ufficiale è del 70% quella reale si attesta al 90%). Occorre aggiungere un ultimo dato per far comprendere il livello di ricadute che con tale azione si generano nei confronti della società e cioè di ciascun cittadino ed è il costo giornaliero del detenuto che di soli costi diretti ammonta a circa 200 euro al giorno. Da oltre due anni la CISL FP Padova Rovigo, attraverso un progetto mirato, offre consulenza ai detenuti impiegati in attività lavorative del Carcere Due Palazzi di Padova dove trovano residenza coloro che per diversi reati sono reclusi. Evidenzia Michele Roveron, segretario generale della Cisl Fp: «Vengono fatte le domande di assegni familiari, la richiesta di elenco delle proprie pendenze con il fisco e spesse volte pervengono domande di chiarimento su temi di carattere contrattuale: riteniamo opportuno affiancare mensilmente i nostri iscritti con un nostro operatore proprio lì dove lavorano, perché per loro è difficile poter ottenere delle risposte in ambito fiscale e previdenziale non potendo accedere al mondo esterno».

Sportello

In particolare l'attività di sportello viene svolta proprio nell'area di “produzione” del Due Palazzi di Padova, fra il call center che segue, ad esempio, le richieste di prenotazione delle Ulss 3 e 6 ed il reparto di assemblaggio, dove, sulla base delle commesse vengono realizzate varie tipologie di lavorazioni a carattere artigianale con alta precisione come ad esempio la produzione di tacchi per scarpe di alta moda. Evidenzia Franco Maisto della Cisl. che dal 2019 segue i lavoratori della cooperativa sociale Giotto di Padova: «Siamo di fronte ad un percorso di impiego in ambito lavorativo che consente di poter ottenere il riconoscimento di un diritto altrimenti affievolito o negato: non è certo un percorso semplice, vengono attentamente valutati da equipe di educatori, psicologi e personale della polizia penitenziaria e quindi viene dato l'accesso in ambito lavorativo. Tutto ciò che guadagnano per loro ha un'importanza molto forte. Oltre ad inviare delle somme economiche alle famiglie (elemento questo importante che permette di tornare a risentirsi padri dei propri figli oltre che mariti), in molti casi permette di iniziare a pagare i debiti con l'erario, ma soprattutto a pagare le spese di mantenimento in carcere». L'ambiente a cui si fa riferimento è certamente poco conosciuto ai più, è però importante sottolineare quanto il lavoro tramite le cooperative presenti in carcere offra una vera e propria alternativa al fatto di dover scontare una pena senza una prospettiva di reinserimento reale. Gli sguardi, l'azione ed i momenti formativi consentono ai reclusi provenienti da tutta Italia di poter iniziare un cammino che porta risultati positivi per tutta la società, una crescita personale ed una consapevolezza che il rispetto delle regole porta. Il percorso, portato avanti dalle realtà del terzo settore al Due Palazzi, oltre a produrre beni e servizi per la comunità esterna, consente ad ogni recluso di fare un passo verso una vita più normale: vi è un percorso di formazione, quindi di inserimento lavorativo e la possibilità di guadagnare uno stipendio più che dignitoso grazie al tempo dedicato al lavoro, quando non vi sono obblighi per udienze, trasferimenti, richieste dei magistrati o altre esigenze dell’istituto.

Accordo

Un lavoro che contribuisce a dare una reale prospettiva grazie a stipendi dignitosi in linea con i contratti collettivi di settore. Le persone detenute svolgono una attività lavorativa volontariamente senza alcuna costrizione, anche se molto spesso inframmezzata da obblighi legati a percorsi giuridici o di altra natura. «Oltre a questo importante compito svolto dalle cooperative che danno lavoro al Due Palazzi, occorre sottolineare la presenza di molteplici occasioni di formazione scolastica, culturale, sportiva, editoriale, musicale e di assistenza volontaria più in generale. La possibilità di avere occasioni di lavoro è di fatto dare delle speranze, specie a chi ha da trascorrere molti anni prima di tornare alla vita normale. L’impegno e la professionalità degli addetti ai call center, così come in ambito produttivo, è stato oggetto di un importante approfondimento e confronto con la cooperativa Giotto che ha portato ad un significativo riconoscimento del lavoro e dell’impegno anche in termini di un incentivo economico». Un accordo quello siglato in data 23 dicembre 2021 che rappresenta un ulteriore mattone per la storia del carcere in Italia, che dimostra che il lavoro consente una vita migliore e che con la dedizione con la quale ognuna delle persone che lavorano in cooperativa dentro il carcere può ricevere un incentivo legato a dei parametri oggettivi: quali la qualità del servizio erogato, l'assenza di procedimenti disciplinari e il completamento del percorso di inserimento. Ci sarà quindi un premio a disposizione dei lavoratori, stimolo a fare ancora di più squadra in un viatico che li avvicini il più possibile ad un lavoro normale.

Cisl

Conclude Franco Maisto della Cisl: «Al di là dell'aspetto economico che consente, con questo accordo firmato all’interno della Casa di Reclusione Due Palazzi, di garantire un aiuto in più ai reclusi e alle loro famiglie, si vuole mettere in luce che l'esempio del carcere di Padova possa tornare utile per tutti gli istituti di reclusione d'Italia, portare il lavoro dentro il perimetro carcerario consente di preparare persone per il mondo del lavoro e di dare loro una piena consapevolezza di dignità e orgoglio. Ora è il momento di una promozione di questo tipo di servizi perché tenere impegnate le persone le prepara ad una nuova vita. Siamo convinti della bontà dello sportello che realizziamo mese per mese dal 13 giugno 2019. Le attività che vediamo direttamente, i lavoratori inseriti in call center e gli ambienti di lavoro della cooperativa, pur avendo il confine della reclusione, danno l'idea di essere in un normale contesto lavorativo. Abbiamo la speranza che tutto il nostro lavoro svolto in ambito sindacale possa essere il più possibile conosciuto all’esterno, in modo tale che questo sistema virtuoso e collaborativo possa essere replicato in tante altre strutture, il tutto a beneficio della collettività».

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