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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Adl Cobas e Fiom respingono la tesi dei legali di Grafica Veneta: «Le responsabilità sono chiarissime»

Replica agli avvocati Pinelli e Berardi che sminuiscono il ruolo dei due manager di Grafica Veneta nelle vicenda dello sfruttamento dei lavoratori pachistani "dipendenti" di BM Service. Una delegazione di lavoratori con le rispettive rappresentanze sindacali ha incontrato la Sindaca di Trebaseleghe

Una nota a seguito della notizia che ai due manager di Grafica Veneta, Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton sono state ridotte le misure cautelari. «Per quanto ci riguarda, da quando è iniziata questa gravissima vicenda, abbiamo sempre sostenuto che tutto ciò che riguarda i rilievi penali dovranno essere accertati dalla Magistratura in tutti i suoi aspetti, partendo dal presupposto che il principio della presunzione di innocenza è sacro. Sulle osservazioni fatte dagli avvocati della difesa relativamente alle accuse mosse, ci sentiamo solo di precisare che è una dichiarazione loro quella in base alla quale la decisione dei giudici di ridimensionare la misura cautelare dimostrerebbe l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati e che solo il processo potrà stabilire se avranno avuto o meno responsabilità penali in ordine ai fatti gravissimi contestati». Intanto, nella mattinata di venerdì 27 agosto, una delegazione di lavoratori con le rispettive rappresentanze sindacali, ha incontrato la Sindaca di Trebaseleghe che è stata adeguatamente informata sugli sviluppi della situazione, richiedendo al contempo misure amministrative (riguardo a casa, documenti, iscrizione anagrafica) e di sostegno al reddito nei confronti dei lavoratori residenti nel Comune. «La tesi degli avvocati è che i due manager non possono reiterare il reato e inquinare il reato. Al momento non c'è nessuno dei lavoratori coinvolti, chi dovrebbero ricattare o sfruttare se non ne hanno preso nessuno lavorare. Comunque se rimane l'obbligo di dimora vuol dire che una restrizione c'è, non sono stati assolti. Ma a noi interessa di più la vicenda sindacale e in quel caso le responsabilità sono chiarissime». Anche Loris Scarpa della Fiom è sulla stessa lunghezza d'onda: «Se i due arrestati di Grafica Veneta vogliono giocarsi la carta dell'innocenza dovranno aspettare i tempi della giustizia, alla fine verrà la verità. Noi siamo impegnati sul fronte sindacale, aspettiamo fiduciosi la chiamata del Prefetto con tutti i soggetti coinvolti. Punteremo a tutte le tutele necessarie, lavorative, salariali e sociali». 

Indagini

«Quello che ha fatto emergere - precisano da ADL Cobas - l’inchiesta su Grafica Veneta e che sicuramente avrà ulteriori conferme nel corso dell’indagine è che le fatture emesse non corrispondono assolutamente alle ore effettivamente lavorate e che avrebbero dovuto essere retribuite in base al contratto applicato. Inoltre vorremmo anche far presente che tra gli obblighi del committente vi è anche: “ Il committente potrà poi pretendere copia del Libro Unico del Lavoro (LUL) per verificare chi sono i dipendenti dell’appaltatore; in questo modo, potrà controllare gli accessi e impedire l’ingresso a lavoratori non presenti in elenco. Potrà inoltre ottenere una fideiussione che garantisca, per due anni dalla fine dell’appalto, eventuali richieste risarcitorie ricevute dal committente. Potrà infine chiedere copia dei bonifici fatti ai lavoratori a saldo del loro compenso”.  Tutto questo non è stato fatto, perché esistono prove certe (anche filmati fatti dai lavoratori) che dimostrano che vi erano lavoratori che entravano e lavoravano in nero. Si badi bene, il fatto è ancora più grave in quanto è avvenuto in piena pandemia, con tutti i rischi che ciò comporta».

Lavoratori

«Per quanto ci riguarda - sottolineano da ADL -  l’intera vicenda è interamente di natura sindacale e l'abbiamo impostata come tentativo di avviare una trattativa seria per porre fine a questa ignominia e garantire diritti a questo gruppo di lavoratori. Ed in questo senso quello di cui siamo certi è che per quanto emerso dalle carte processuali, ma soprattutto per quello che ci hanno testimoniato i lavoratori, Grafica Veneta era sicuramente al corrente di quante ore venivano fatte dai lavoratori di BM Services, quanti lavoratori mediamente erano presenti all’interno dello stabilimento, quanti soldi percepivano ( ci sono le fatture a testimoniarlo) ed erano al corrente che con lo stesso badge potevano entrare più persone. In definitiva, Grafica Veneta, per svariati anni si è avvalsa di manodopera che risultava essere indispensabile all’interno del ciclo produttivo, ma non ha voluto, non potuto, controllare che questi lavoratori operassero nel rispetto pieno delle normative di legge».

Trattativa

«Cosa ancora - sottolineano ancora dall'ADL -  più grave, come è stato sottolineato anche dall’intervento dell’On. Zan, l’azienda si è rifiutata di avviare una trattativa seria riguardante la ventina di lavoratori che operavano all’interno dello stabilimento, con un atteggiamento di mancanza di rispetto anche per le istituzioni. Si sono seduti al tavolo Prefettizio senza avere voluto minimamente entrare nel vivo delle questioni adducendo pretesti inaccettabili. Dovevano portare al documentazione che dimostrasse quanti erano i lavoratori di BM Services che entravano nell’impianto, quante ore facevano e solo in base a dati condivisi si poteva capire quali soluzioni occupazionali ricercare. Ma tutto ciò non è avvenuto perché Grafica Veneta si è rifiutata di presentare la documentazione adducendo come incredibile pretesto quello che come OO.SS. avevamo chiesto l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori che avevano il badge per entrare in impianto. In questo senso, la scelta dell’On. Zan non è per nulla forcaiola, ma si inserisce in una battaglia per portare diritti e dignità anche all’interno di Grafica Veneta. Diritti e dignità che sono stati calpestati per tanti anni sotto il naso dei dirigenti di Grafica Veneta. Alla luce di tutto ciò i lavoratori che rappresentiamo sono fermamente convinti di continuare la battaglia sindacale per ottenere un minimo di giustizia ed è per questi motivi che stiamo coinvolgendo, assieme anche alla FIOM CGIL, i sindaci dei comuni di Trebaseleghe e Loreggia per tenerli aggiornati sull’andamento della vertenza, per tutti quegli aspetti che riguardano diritti di cittadinanza più in generale».

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