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Giovedì, 25 Aprile 2024

Adolescenti e sostanze: «Inutile negare certi fenomeni, c'è anche il crack tra i nostri giovani»

Presso uno dei due ingressi di Arcella Bella al parco Milcovich all'Arcella troviamo l'associazione Tipsina che dal 2012 agisce sul campo per la riduzione del danno. Il progetto è sostenuto dal Comune e dall'assessorato alle politiche sociali

Una delle domande che la società degli adulti si pone spesso quando vuole rivolgersi ai giovani e coinvolgerli su temi molto delicati, è come fare ad attirare la loro attenzione. Diventa ancora più difficile poi se gli argomenti sono la droga o il sesso. Gli adolescenti però, dopo due anni rinchiusi a causa della pandemia, sono tornati a vivere con le conseguenze che questo comporta soprattutto in termini positivi anche se poi i rischi sono sempre dietro l'angolo. Come nel caso delle sostanze stupefacenti. Non si parla solo di droghe leggere, si tratta anche se non soprattutto di crack ed eroina. Che in troppi consumano senza sapere davvero a che rischi vanno incontro. 

All'ingresso del Parco Milcovich, quello che da sul lato stazione, gli operatori del Progetto Route 4 accolgono i tantissimi, soprattutto giovani, che affollano la manifestazione Arcella Bella. La postazione è posizionata in modo tale che inosservata proprio non può passare. Ci sono gli operatori, coordinati da Alice Damiani, che distribuiscono materiale, non solo informativo. Ci sono le "schede tecniche" delle sostanze, con la possibilità di avere più informazioni possibili sugli effetti che possono provocare. C'è però anche ciò che serve se ci si sente poco bene proprio perché si è assunto qualcosa che può causare disturbi. Cosa consumano i ragazzi è presto detto: «L'alcool - spiega Alice Damiani - è la sostanza più utilizzata, raro trovare un giovane che lo consumi. Anche la nicotina naturalmente. Queste, essendo sostanze legali, che si trovano liberamente, non vengono percepite come pericolose. Però ci sono ragazzi che magari si vergognano a dire subito che usano anche altro, quindi rimane un buon modo per agganciarli, per poter poi parlare anche di altro». Per attirare la loro attenzione, oltre a una comunicazione diretta e colorata, si utilizzano anche "giochi" che servono proprio per superare la barriera che inevitabilmente si può creare quando è un adulto a voler dare delle indicazioni a un adolescente. «Questo è un progetto sostenuto dal Comune - spiega l'assessora al sociale, Marta Nalin - ed è assolutamente indispensabile rendere il più possibile consapevoli soprattutto i più giovani dei rischi che si possono correre. Questo è un progetto che nasce dalla richiesta di tante realatà del territorio, perché non c'è mai stato nulla di simile nella nostra città. Costruito in collaborazione anche con il Serd. Crediamo sia questo l'approccio giusto, non giudicante e non escludente, che guarda alla realtà e prova a costruire soluzione concrete per intervenire rispetto a un fenomeno molto diffuso. La consapevolezza è il primo passo». 

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