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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Airbnb, oltre 1.500 alloggi nel Padovano. Ascom non ci sta: «Serve ordine in questa giungla»

Gli annunci rilevati nei giorni 4 e 5 agosto erano ben 1.535: il numero di annunci riferiti ad appartamenti "interi" era pari a 993 con una percentuale sul totale del 64,7%, e 961 erano riferiti ad alloggi disponibili per più di sei mesi

«Qualcosa come 1,5 miliardi di euro: tanti sarebbero i soldi che Airbnb avrebbe trattenuto omettendo di versarli al fisco italiano»: la denuncia è targata Federalberghi, che ha calcolato il dato a margine della notizia che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato la scelta dell’Italia di imporre in capo agli intermediari telematici l’obbligo di ritenuta fiscale alla fonte con aliquota del 21% sul canone di locazione pagato dagli ospiti. «Non è ancora la vittoria definitiva - commenta Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio - perché c’è ancora un passaggio al Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi recependo la sentenza europea, ma è sicuramente un bel passo avanti».

Airbnb a Padova

Ma quanto è grande il fenomeno Airbnb? Per fornire una rappresentazione efficace della consistenza e della diffusione del fenomeno, Federalberghi ha rilevato e analizzato tutti gli annunci pubblicati su Airbnb nell’agosto scorso, elaborando un report a livello nazionale. Particolarmente interessante la parte relativa alla provincia di Padova dalla quale risulta che il numero totale di annunci rilevati nei giorni 4 e 5 agosto 2022 erano ben 1.535; che il numero di annunci riferiti ad appartamenti "interi" era pari a 993 con una percentuale sul totale del 64,7%; che erano 961 gli annunci riferiti ad alloggi disponibili per più di sei mesi con una percentuale sul totale del 62,6% e che il numero di annunci pubblicati da host che gestiscono più alloggi era pari a 1.031 con una percentuale sul totale del 67,2%: Da rilevare, infine, che oltre il 50% di tali annunci era relativo al solo comune capoluogo. «L’analisi dei dati, conferma, ancora una volta - continua la presidente Soranzo - le quattro grandi “bugie” della cosiddetta sharing economy. Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno; non è vero che si tratta di attività occasionali visto che la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno; non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, ma di attività economiche a tutti gli effetti, con moltissimi inserzionisti che gestiscono più di un alloggio; non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta poiché gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali».

Ascom Padova

«Io credo - conclude lo stesso presidente Bertin - che Governo e Parlamento debbano mettere ordine nella giungla degli appartamenti ad uso turistico, che si nascondono dietro la parola magica “locazione”, ma in realtà operano a tutti gli effetti come strutture ricettive e quindi devono essere soggetti alle medesime regole di base previste per alberghi, affittacamere e bed and breakfast».

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