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Martedì, 23 Aprile 2024

Aiuti per l’Ucraina: volontari padovani entrano per consegnarli ad Ong locali

Volontari padovani e milanesi hanno incontrato l’ONG ucraina Hands of Mercy a Cernivci, che lavora affinché gli aiuti umanitari arrivino anche nelle zone di conflitto

I volontari padovani di Associazione Cooperazione e Solidarietà sono entrati in Ucraina. Sono andati a Cernivci a scaricare materiale sanitario e medicine in uno dei centri di raccolta dell’associazione no profit ucraina Hands Of Mercy. L’hanno fatto insieme a Mutuo Soccorso Milano, con cui sono partiti con una carovana di tre minivan e due auto il 25 marzo in missione umanitaria.

Cernivci

Cernivci è una delle città nel sud-ovest dell’Ucraina che si affacciano al confine romeno, si trova a una cinquantina di chilometri dalla frontiera. Alle 300mila persone che già ci abitavano si sono aggiunti dall’inizio della guerra oltre 62mila rifugiati, gli sfollati interni. Scappati dai centri abitati sotto attacco, molti ucraini sono confluiti in questa città, che per ora non è mai stata bombardata. I bunker ricavati dai sotterranei degli edifici e delle Chiese però si riempiono più volte al giorno, quando le sirene d’allarme bombardamenti suonano.

Confine

Quando dal quadro della situazione sul lato romeno del confine hanno compreso che l’aiuto serviva al di là, i padovani e i milanesi si sono messi all’opera per passare la dogana, portare le medicine e prendere contatti con le organizzazioni locali ucraine al fine di offrire una collaborazione che vada oltre la singola iniziativa di questi giorni. Gli aiuti servono soprattutto dentro, in Ucraina, e serviranno lì anche a guerra finita. L’arrivo in terra romena di rifugiati è significativamente diminuito dal punto di vista numerico in quest’ultima settimana. Chi voleva andarsene, e soprattutto aveva le possibilità per farlo, se ne è già andato. Chi è rimasto nel paese tendenzialmente o è riuscito ad arrivare in zone fuori dal mirino russo, come Cernivci, oppure è ancora bloccato nelle città assediate e bombardate, come Odessa e Kharkiv. Nel primo caso questi rifugiati trovano l’assistenza delle ONG che operano all’interno del paese offrendo un posto dove stare e mezzi di sostentamento di base, nel secondo caso invece l’azione umanitaria si concentra sull’organizzare spedizioni che portano medicinali e aiuti nelle città ucraine in cui la situazione è più critica e mettono in salvo le persone nascoste lì nei bunker, portandole in posti meno presi di mira.

Ong

Alla, una cooperatrice di Hands of Mercy, spiega: «Siamo molto grati alle organizzazioni che aiutano i rifugiati ucraini fuori dal paese. Noi possiamo distribuire gli aiuti che ci arrivano ai rifugiati nei dintorni, nel distretto di Cernivci, ma abbiamo anche deciso che il 90% degli aiuti umanitari che arrivano devono andare nei punti caldi del conflitto, nelle zone di guerra, perché lì le persone non hanno nulla».

Ucraina

La richiesta degli ucraini che lavorano nel settore umanitario dall’interno dello stato sotto attacco è questa: aiutare le persone che sono già riuscite a scappare e che si trovano ora nei vari paesi europei, ma tenendo alta la concentrazione e provando a garantire gli aiuti anche nei punti dove l’emergenza è ancora divampante. Sul border romeno le organizzazioni umanitarie si stanno rendendo conto che il grosso del lavoro al di fuori è stato fatto nelle prime settimane di guerra, in cui si era di fronte a un esodo di massa. In questi giorni in Romania gli arrivi continuano, ma non si può più parlare di esodo, è quindi giunto il momento di focalizzarsi sull’interno dell’Ucraina. Portare gli aiuti a chi sta nei bunker sotto le bombe è estremamente più difficile ed estremamente più pericoloso, ma è anche ciò che è più necessario e ciò su cui gli ucraini stessi, che vivono in zone meno sotto tiro, sembrano volersi concentrare.

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