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Martedì, 23 Aprile 2024
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Allarme gelate per frutta e verdura, a rischio le coltivazioni nel Padovano

Il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio accompagnato da gelate mattutine, dopo il caldo anomalo dei giorni scorsi, mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto ma anche i prossimi raccolti di frutta

Il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio accompagnato da gelate mattutine, dopo il caldo anomalo dei giorni scorsi, mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto ma anche i prossimi raccolti di frutta: è l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione dell'allerta per l’irruzione di aria gelida con temperature sotto lo zero, in un inverno pazzo che aveva fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 0.55 gradi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al mese di gennaio che è stato uno dei più asciutti mai registrati.

Gelate e costi

Spiegano da Coldiretti Padova in merito: «Nella nostra provincia gli effetti sono evidenti, e la preoccupazione non manca: sui Colli Euganei alcune piante da frutto sono già in fiore, in particolare i mandorli, ma anche ortaggi come i piselli di Baone, in particolare nei versanti più esposti a sud. Incombe però il rischio di gelate così come permane ormai tra tre mesi la siccità in tutta la provincia. La pioggia di venerdì sera è stata del tutto insufficiente e la penuria d'acqua in campagna è più che evidente e avrà delle serie conseguenze sui prossimi raccolti, dai cereali ai frutteti, agli ortaggi a tutto campo. Nella pianura padovana le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e  loietto (per il foraggio) iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. A preoccupare è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica. Nelle campagne il caldo anomalo ha provocato il ”risveglio” anticipato della natura con le margherite e le primule sbocciate nei campi e mandorli, albicocchi e pesche pronti alla fioritura  e quindi particolarmente sensibili all’arrivo del maltempo che rischia di compromettere i prossimi raccolti mentre le mimose coperte dalla neve al sud non potranno essere donate per la festa delle donne l’8 marzo. Il ritorno del freddo colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni». 

Preoccupazione

Aggiungono da Coldiretti Padova: «A preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all'alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall'altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche. Si acuisce, come detto, l’emergenza siccità al nord  dove il fiume Po è in secca come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 10% di quello di Como al 29% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,07 metri, piu’ basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al nord.  Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

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