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Giornata della terra, attenzione alle api. Coldiretti: incognita del clima

Apicoltori padovani ottimisti: “le gelate tardive hanno danneggiato alcune piante ma la stagione entra nel vivo a maggio, le nostre api sono in buona salute

Per l’apicoltura padovana i presupposti per un’annata promettente ci sono tutti, ma con l’incognita del clima. In occasione della “Giornata della terra”, che si celebra in tutto il mondo il 22 aprile su iniziativa dell’Onu, Coldiretti Padova ricorda come gli eventi meteo estremi possano influire sulla produzione di miele, una delle eccellenze della nostra agricoltura. Nel padovano gli apicoltori sono circa 1.100, in grande maggioranza hobbisti, quest’anno in crescita, accanto ai quali vi sono alcune decine di professionisti che assicurano la produzione del miele padovano.

Quintali di miele

Nella nostra provincia si contano circa 12 mila arnie e una produzione potenziale di circa 4 mila quintali di miele, oltre ai derivati. Un prodotto locale ricercato e apprezzato dai consumatori, nonostante la concorrenza di miele straniero di qualità nettamente inferiore. Le gelate tardive delle settimane scorse, ricorda Coldiretti Padova, hanno colpito le piante da frutta in piena fioritura, tra le quali il tarassaco, il tiglio, il ciliegio, l’acacia ed il castagno, ma nel nostro territorio la stagione sul fronte apistico deve ancora entrare nel vivo, spiegano gli addetti ai lavori, quindi se d’ora in poi il tempo sarà più stabile ci sono buone prospettive. «Le nostre api sono molto sane – spiega Renato Piccolo, apicoltore di Loreggia – perché ci prendiamo cura degli alveari, costantemente monitorati tutto l’anno con interventi quotidiani. La produzione entrerà nel vivo il mese prossimo, quindi ci auguriamo che il meteo si stabilizzi sul bel tempo senza eccessive escursioni termiche. Le gelate hanno rovinato i germogli di acacia sulle piante di alcune zone di pianura, dove la temperatura è scesa anche sotto lo zero, mentre non ci sono stati problemi sulle acacie dei Colli Euganei».

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L'Apicoltura

Da Conselve l’apicoltore Paolo Molon ripercorre l’andamento climatico degli ultimi: «A marzo c’era stato un buon risveglio con una buona ripartenza, forse un po’ troppo anticipata, visto poi il ritorno del freddo. Dove le api sono andate un po’ in sofferenza alimentare gli apicoltori sono intervenuti con l’alimentazione di soccorso. La produzione di miele primaverile nelle nostre zone è molto limitata quindi le gelate hanno influito ben poco, per lo più su ciliegio e tarassaco. Puntiamo molto invece sull’acacia, che ha subito danni circoscritti a causa del gelo. Adesso servono temperature oltre i 15 gradi e un tempo stabile, le nostre api sono pronte a fare il loro lavoro, importante per l’intero ecosistema. Intanto, nonostante le restrizioni, nella nostra provincia registriamo un aumento degli apicoltori per passione, soprattutto fra i giovani che si avvicinano con entusiasmo a questo mondo e partecipano ai corsi, quest’anno rigorosamente on line».

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Biodiversità

Sul fronte della biodiversità, ricorda Coldiretti, le api sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao. Proprio per tutelare l’apicoltura Coldiretti Padova sta sensibilizzando proprio gli agricoltori diffondendo delle linee guida da seguire in campagna per non ostacolare il lavoro delle api. Si tratta di buone pratiche, come lasciare i terreni a riposo con piante “mellifere”, ideali per l’impollinazione, oppure ridurre al minimo i trattamenti con gli insetticidi e privilegiare le tecniche di lotta guidata integrata e biologica, con prodotti bio come il “bacillus turingensis” e le trappole sessuali. Quanto ai consumatori, Coldiretti Padova mette in guardia contro il rischio dell’invasione di miele “straniero”, spesso di bassa qualità. Il consiglio è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.

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