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L'appello di Ascom: «Per uscire dalla crisi vanno coinvolte le categorie economiche»

«Alcune iniziative – dice il presidente di Ascom Patrizio Bertin – avrebbero potuto essere più rispondenti alle esigenze dei cittadini e delle imprese se solo il governo Conte si fosse degnato di consultare le rappresentanze del mondo produttivo»

Ascom chiede un coinvolgimento diretto delle categorie economiche padovane nelle scelte strategiche che andranno prese nella fase di ripresa dalla crisi provocata dalla pandemia.

L’appello

«Ha detto bene il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno – dice il presidente di Ascom Patrizio Bertin – “La pandemia ha accentuato limiti e ritardi nel nostro Paese” sottolineando in tal modo che è tempo di voltare pagina se veramente si vuole dare una prospettiva di sviluppo agli italiani. Quando nell’ottobre del 2019 abbiamo chiamato tutti gli stakeholder padovani ad un confronto per quello che avevamo definito in uno slogan il nostro “Tutti convocati”, avevamo chiesto che ai buoni propositi si sostituissero le scelte. Ebbene, in questi 15 mesi, di scelte vere, strategiche e non solo tattiche soprattutto per quanto riguarda la città, ne abbiamo viste pochine. Ma adesso che l’arrivo dei vaccini fa sperare in una ripresa – continua Bertin – è doveroso che chi ha responsabilità di governo, anche a livello locale, impieghi i prossimi mesi, diciamo da qui all’estate, per mettere nero su bianco cosa si vuol fare per ridare slancio ad una realtà sociale ed economica che sta soffrendo moltissimo». E qui, secondo il presidente di Ascom, dovrebbero intervenire le associazioni di categoria. «Alcune iniziative – dice – avrebbero potuto essere più rispondenti alle esigenze dei cittadini e delle imprese se solo il governo Conte si fosse degnato di consultare le rappresentanze del mondo produttivo. Rivendichiamo un ruolo che, nei prossimi giorni, in occasione dell’incontro promosso dal presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, l’Ascom chiederà che venga assunto dalle organizzazioni imprenditoriali per richiamare la politica alle propri responsabilità. Un serio confronto sulla viabilità non può perdersi attorno all’ex Prandina o alla ciclabile di via Gattamelata – sottolinea – così come Padova Est non può pensare di veder crescere il nuovo polo ospedaliero senza aver valutato come dovrà cambiare l’intero contesto. Lo stesso dicasi per gli investimenti dell’Università (si pensi solo alla ex Piave) che dovrà continuare ad essere un fattore di sviluppo straordinario per tutti noi».

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