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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sequestro al maxi Cina, Ascom: «E' ora di chiuderlo definitivamente»

Il presidente Patrizio Bertin combatte da anni una battaglia contro l'ingrosso di corso Stati Uniti. Dopo l'ultima operazione della guardia di finanza sbotta

«Il Centro Ingrosso Cina. va chiuso. Bene il sequestro preventivo da parte dei finanzieri del comando provinciale di Venezia e di Padova disposto dal Gip di Padova e relativo ad un’ipotizzata frode all’Iva nel settore del commercio dell’abbigliamento, perpetrata da imprese gestite da persone di origine cinese, che opererebbero all'interno del Centro Ingrosso Cina di Padova . Però attenzione perché mi sembra di rilevare un salto di qualità». E’ questo il commento di Patrizio Bertin, presidente di Ascom. Da sempre in prima linea contro contraffazione e abusivismo, l’Ascom Confcommercio ha sostenuto, a più riprese, come il centro Ingrosso sia non solo un grave danno per l’economia ma anche per la salute. «Non ci stupisce – continua Bertin – che molte imprese che operano lì possano essere delle “imprese cartiere”, in quanto caratterizzate da elevati indici di pericolosità fiscale, riconducibili formalmente a persone asiatiche localizzate prevalentemente nelle province di Prato e Milano e con connivenze societarie in Grecia, Slovenia e Ungheria. E questo perché più volte abbiamo documentato come acquisti effettuati all’interno del Centro Ingrosso Cina non prevedessero alcun documento. Ripeto – conclude Bertin – ciò che preoccupa è l’ingente flusso di denaro verso l’estero che lascia intendere come le imprese oggetto d’indagine siano strutture funzionali alla creazione di liquidità, provento delle frodi fiscali, da inviare in Cina. Senza contare, peraltro, il danno nei confronti della filiera dell’abbigliamento. Il Centro Ingrosso Cina va chiuso».

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