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Nuovo centro commerciale ad Abano Terme, l’Ascom insorge: “Chiediamo lo stop su base culturale”

L’associazione ricorda il precedente di Due Carrare, auspica la mancata autorizzazione della Regione Veneto, chiama in causa Sovrintendenza e Ministero e lancia un appello al buon senso

La richiesta? Lo stop al centro commerciale su base “culturale”. Ad avanzarla, sulla base di quanto accaduto a Due Carrare (niente ok all’ipercentro da Sovrintendenza e Ministero visto che danneggia il castello del Catajo), è Ascom Confcommercio Padova.

“Fate come a Due Carrare”

Lo fa per bocca del suo presidente mandamentale Michele Giraldo, intenzionato (a poche ore dala convocazione della conferenza che dovrebbe dare il via definitivo all’opera) a porre un freno al proliferare del cemento anche in aree di pregio storico-artistico: “Per il nuovo centro commerciale di Abano Terme, la Regione Veneto adotti lo stesso criterio di Due Carrare: non lo autorizzi, richiami in causa per una valutazione più approfondita la Sovrintendenza e coinvolga il Ministero considerato che il complesso danneggia villa Mocenigo Mainardi”. Continua Ghiraldo: “Purtroppo un colpo di freno avrebbe potuto darlo, agli albori dell’iter, l’allora amministrazione Claudio. Invece così non è stato e i passi successivi, compresi quelli del commissario prefettizio, hanno di fatto dato il via libera ad un complesso che andrà ad insediarsi giusto a pochi metri dalla villa. Condivido dunque chi parla di ‘scempio’ e richiama tutti ad una coscienza storica che non è giusto sia sacrificata sull’altare del profitto”.

“Appello al buon senso”

Ghiraldo, quindi, lanca un ultimo appello: “Chi concederà l’eventuale nulla osta non si limiti ad una verifica formale, ma scenda nello specifico e valuti il progetto nel merito dei danni che andrà a creare”. E a dargli man forte ci pensa Patrizio Bertin: “Quello del collega Ghiraldo è un appello al buon senso che il mondo del commercio e del turismo sottoscrivono in pieno. Abano, le terme, i colli (ma anche tutta la nostra provincia), di tutto hanno bisogno fuorché di nuova cubatura e di nuovo cemento. Per contro hanno la necessità di valorizzare il patrimonio storico e artistico di cui dispongono per offrire ad un turismo sempre più (e giustamente) esigente, occasioni di arricchimento culturale che 12mila metri quadrati di centro commerciale e 20mila di parcheggio non potranno mai offrire e che, anzi, installandosi giusto in fronte alla villa, susciteranno la riprovazione di chi, alle proprie vacanze, chiede bellezze architettoniche e non anonimi capannoni”.

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