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Asili: i genitori scrivono al ministro Bianchi per riaprirli. Il Sindaco Giordani: «Sono con loro, noi siamo disposizione»

I genitori al Ministro: «Chiediamo che i nostri figli e i ragazzi possano fruire dei servizi educativi, che si sono dimostrati in larga misura più sicuri di altri luoghi dove non è possibile né il tracciamento né il controllo delle regole». Giordani: «Faccio mie le loro richieste e rivolgo nuovamente un appello al Governo, serve fare tutto il necessario per garantire questi servizi»

Una lettera firmata dai rappresentanti dei genitori dei tanti bambini che frequentano gli asili comunali e indirizzata al ministro Bianchi in cui chiedono la riapertura di questo servizio. Contemporaneamente hanno anche aperto la sottoscrizione a una petizione che si può firmare sul portale change.org. I contenuti della lettera, che pubblichiamo integralmente, sono stati condivisi dal Sindaco Sergio Giordani e dall'assessora Cristina Piva. «Ho letto - ha spiegato Giordani - la lettera scritta dai genitori che hanno bambini negli asili nido comunali. La condivido pienamente e come ho già avuto modo di dire sono sinceramente preoccupato per le migliaia di giovani coppie e famiglie che in questi giorni sono in seria difficoltà relativamente alla chiusura dei nidi e delle materne stabilita dalle nuove normative sulla zona rossa. Ne ho apprezzato particolarmente anche i toni, di grande consapevolezza e soprattutto responsabilità nell’affrontare la gravità della situazione, che riguarda tutte e tutti. Il tema è molto serio, a differenza della scorsa primavera le attività produttive sono infatti per la maggior parte operative, moltissime lavoratrici e lavoratori di ogni settore hanno gravi difficoltà nel trovare le modalità con cui accudire i figli. Un problema che, inutile negarlo, finisce per essere sulle spalle principalmente delle donne, alimentando una disparità di genere che dobbiamo prevenire in ogni modo. Faccio mie le loro richieste e rivolgo nuovamente un appello al Governo, serve fare tutto il necessario per garantire questi servizi e, laddove il contagio non lo rendesse possibile, è necessario potenziare i sostegni. Serve farlo con attenzione e consapevolezza, riconoscendo ad esempio che le forme di lavoro agile non possono sempre essere svolte al meglio in presenza dei figli, in particolare quelli molto piccoli. Siamo a disposizione».

La lettera al Ministro Bianchi

Egregio Ministro,
Siamo una rappresentanza dei genitori di bambini degli asili nido di Padova che, a seguito dell’entrata nella c.d. “zona rossa” a partire dal 15 marzo 2021, hanno visto la sospensione delle attività didattiche per i servizi educativi e le scuole di ogni ordine e grado. Scriviamo per esprimere forte preoccupazione per questa decisione, non solo per le attuali difficoltà di gestione di questa situazione - che ricade principalmente sulle famiglie - ma anche per le prospettive future.

Ci teniamo a sottolineare che siamo pienamente consapevoli della gravità della situazione pandemica, motivo per cui ci siamo impegnati in prima persona per rispettare le regole e diffonderne la conoscenza.

I nostri figli, guidati dagli insegnanti - cui deve essere riconosciuta una grandissima professionalità e dedizione al lavoro in questo periodo così complicato - sono stati esemplari nel seguire le regole e fare le rinunce commisurate alla loro età (niente pupazzi per dormire, igienizzazione delle mani, nuove norme di comportamento, per citarne solamente alcune). Vediamo però che i loro e i nostri sforzi non sono stati presi in considerazione.

La cosa più spiacevole risulta poi la discriminazione riservata a una delle fasce più deboli, i bambini con bisogni educativi speciali e con disabilità. Troviamo infatti inaccettabile che per questi alunni non sia stata prevista la possibilità anche al nido, come garantito nelle altre strutture scolastiche, di continuare la frequenza secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. I diritti devono essere uguali per tutti e non applicati in maniera arbitraria.

Non possiamo non notare che la scuola, di ogni ordine e grado, è di nuovo penalizzata nella gestione della pandemia. Le ricadute educative, psicologiche e sociali che derivano da questa decisione sono costantemente sottovalutate.

Invece che confermare un sistema vincente come quello che ha interessato i nidi, ovvero il sistema delle c.d. “bolle epidemiologiche”, si è lasciato che fossero sacrificate le famiglie e, soprattutto, il lavoro femminile, che verrà nuovamente colpito nonostante le promesse del nuovo Governo.

Ci rivolgiamo in particolare a Lei Ministro Bianchi, Lei che aveva dichiarato appena insediato che avrebbe ripristinato la scuola in presenza. Si è invece deciso di sacrificare un servizio pubblico essenziale quale è quello scolastico, in particolar modo della fascia 0-6, senza fornire un vero e proprio bilanciamento di welfare (congedi, bonus) ma, come sempre, scaricando il problema sulle famiglie.

Preoccupa, inoltre, che la “serrata” in nome del contenimento della pandemia sia stata in realtà riservata solo alla scuola, mentre permangono moltissime deroghe per la frequentazione di luoghi meno “controllabili" e sicuri: temiamo che, in questo modo, gli indici di contagio resteranno immutati e pertanto la chiusura si protrarrà fino a settembre, replicando quello che già abbiamo visto (e vissuto) lo scorso anno.

Chiediamo che la decisione di chiudere le scuole sia, come già doveva essere, l’extrema ratio per il contenimento del virus.
Chiediamo che i nostri figli e i ragazzi possano fruire dei servizi educativi, che si sono dimostrati in larga misura più sicuri di altri luoghi dove non è possibile né il tracciamento né il controllo delle regole. Asili nido e scuole dell’infanzia, in particolare, non sono stati luoghi di diffusione del virus: ad oggi, sono anche iniziate le vaccinazioni degli insegnanti e contiamo che riprendano e procedano speditamente.

Chiediamo che il 7 aprile i servizi educativi riaprano davvero, senza proroghe, che si assuma l’impegno e pensi ora a come riaprire e non se riaprire.

Sottolineiamo la necessità di tutelare la scuola di ogni ordine e grado, perché le disparità educative, sociali ed economiche non si inaspriscano ulteriormente nel corso di questo secondo anno di pandemia.

Confidando in una Sua pronta e fattiva risposta, Cordiali saluti

I presidenti dei comitati di gestione e i genitori dei nidi di Padova

Marina Bertolini e i genitori dell’asilo nido “La Trottola” Laura Cibin e i genitori dell’asilo nido “Il Bruco”
Silvia Aufiero e i genitori dell’asilo nido “Lele Ramin” Tamara Romeo e i genitori dell’asilo nido "Piccolo Principe" Mattia Pavan e i genitori dell’asilo nido “Bertacchi”Giulia Veronese e i genitori dell’asilo nido “Il Mago Di Oz” Silvia Castagnaro e i genitori dell’asilo nido “La Balena Blu”Francesco Barbariol e i genitori dell’asilo nido “Coccinella”
Daniela Di Menza e i genitori dell’asilo nido “Il Trenino”
María Fernanda Flores e i genitori dell'asilo nido "Lo Scarabocchio" Giovanni Rech e i genitori del nido integrato “Il Girotondo”
Riccardo Perli, presidente comitato genitori Nido “il Girasole”
Laura Sacchetto e i genitori dell’asilo nido “Il Crocefisso”
Nicola Girardi e i genitori dell'asilo nido “Scricciolo”
Alberto Lentola e i genitori dell’asilo nido “Il colibrì”
Alessandro Limone e i genitori dell’asilo nido “Chiara Lubich”
Una rappresentanza dei genitori dell’asilo nido “Sacra Famiglia”

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