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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

L'associazione "A buon diritto" torna sul caso di Mauro Guerra e mette in discussione i TSO

«Crediamo che lo Stato, attraverso i suoi servizi e le sue istituzioni, debba stare accanto alle persone e alle famiglie che necessitano di cura e aiuto, mentre invece troppo spesso mostra il suo lato più feroce e lesivo della dignità e dei diritti, primo tra tutti quello alla vita».

La sentenza di condanna nel processo di civile, che riconosce un risarcimento alla famiglia di Mauro Guerra, ha di fatto riacceso l'attenzione su uno strumento come il TSO, il trattamento sanitario obbligatorio. L'associazione A Buon Diritto, anche per nome del suo fondatore, l'ex senatore Luigi Manconi, è tornata sull'argomento. 

Diritti

Un ragionamento che parte naturalmente da questa importante novità nella vicenda dell'uccisione di Mauro Guerra: il fatto che la Corte d’appello di Venezia abbia riconosciuto il carabiniere che ha sparato come responsabile di eccesso colposo di legittima difesa, condannandolo al risarcimento dei danni. La condanna è limitata al risarcimento perché l’impugnazione contro l’assoluzione di primo grado era stata presentata solo dalle parti civili e non dalla procura. Per questo Manconi ha fatto immediatamente sapere, subito dopo la sentenza, che si sarebbe adoperato per far sì che questa vicenda non finisca così tanto da promettere tutto l'impegno per riportare il caso davanti alla corte europea di Strasburgo. E per questo l'associazione sta lavorando. 

Mauro Guerra

Mauro Guerra, 32 anni, di Carmignano di Sant’Urbano era stato ucciso con un colpo di pistola il 29 luglio 2015 in un campo di grano a pochi metri da casa, mentre stava fuggendo da un trattamento sanitario non autorizzato a cui i carabinieri volevano sottoporlo. Proprio Luig Manconi aveva raccontato la sua storia qui https://bit.ly/3BWy9sc a pochi giorni dalla sentenza. La testimonianza raccolta da PadovaOggi di un carabiniere presente e mai sentito in nessuna aula di tribunale ha fatto il giro d'Italia e Manconi, insieme con Riccardo Noury avevano fatto sì che l'attenzione sul caso tornasse di attualità. 

Tso

Di attualità, si perdoni la ripetizione, torna anche il Tso, spesso utilizzato come una scorciatoia quando invece si potrebbe optare per altre soluzioni. Tso che nello speficifico nessuno, ribadiamo, aveva autorizzato. «Se Mauro aveva delle vulnerabilità - sottolineano da A Buon Diritto -  andava aiutato, è stato invece inseguito e braccato. E come lui sono tante le persone che avrebbero avuto bisogno di essere seguite e che al contrario hanno trovato prima l'abbandono e poi la morte». L'elenco dei casi che in qualche modo si possono accomunare a quello di Mauro Guerra, con lo stesso drammatico epilogo, sono tanti. «Ricordiamo - evidenziano da A Buon Diritto - Andrea Soldi, Matteo Tenni, Vincenzo Sapia, Bruno Combetto, Giuseppe Casu, Franco Mastrogiovanni, Elena Casetto, e non solo». Qui l'inciso: «Crediamo che lo Stato, attraverso i suoi servizi e le sue istituzioni, debba stare accanto alle persone e alle famiglie che necessitano di cura e aiuto, mentre invece troppo spesso mostra il suo lato più feroce e lesivo della dignità e dei diritti, primo tra tutti quello alla vita».

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