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Bertin, Ascom: «Classifiche non sono vangelo ma fa piacere vedere Padova salire quattro posizioni»

Il commento di Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, a fronte delle classifica de Il Sole 24 Ore sulla “qualità della vita” delle 107 province italiane

Da tempo non si entusiasma né si straccia le vesti, Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, a fronte delle classifiche che, anno dopo anno, cercano di individuare la “qualità della vita” delle 107 province italiane. «Il rischio – commenta il presidente – è quello di considerare “vangelo” quelli che invece sono indici e, come tali, seppur oggettivi, però soggetti a situazioni decisamente locali».

Conferme

«Come è stato detto autorevolmente dal prefetto e dai vertici delle forze dell’ordine – continua – presenti in Ascom nelle scorse settimane, pur senza sottovalutare i fenomeni, è anche vero che se siamo terzi in Italia per numero di denunce per spaccio e settimi per furti in appartamento è perché qui da noi i reati si denunciano e si perseguitano. Certo: fa sempre piacere leggere che si sale di quattro posizioni piazzandosi al 29° posto, ma ancor di più, visto dal nostro punto di vista, fa piacere leggere che sui temi che l’Ascom Confcommercio ha messo al centro della propria azione, arrivano delle conferme. E’ il caso dell’attenzione verso gli studenti universitari, presenza indispensabile per il tessuto economico e sociale della città e della provincia (quarti per numero di laureati); così come il guadagno di sei posizioni per ricchezza e consumi conferma le azioni dell’Ascom Confcommercio per un sostegno al commercio, così come viene premiato l’impegno per l’innovazione, la cultura (il premio “Memo Geremia” ne è una testimonianza), giustizia e sicurezza e servizi per gli anziani (è della settimana scorsa l’iniziativa con la fondazione OIC)».

Preoccupazioni

«Sul fronte dell’ambiente – conclude Bertin – la classifica per la qualità dell’aria non sorprende, come non ha sorpreso, durante il lockdown, come i dati siano rimasti inalterati, segno evidente che più che le iniziative tese a contrastare i fumi è la nostra posizione geografica che ci penalizza. Per quanto riguarda il Covid, infine, forse vale la pena ricordare che tutto cominciò proprio qui. Semmai preoccupa, per un polo sanitario d’eccellenza qual è Padova, il numero di medici di medicina generale».

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