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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ex Prandina, Bertin: «Basta tromboni, serve un parcheggio e subito»

Il presidente di Ascom risponde a Lucio Passi, che aveva pressato l'amministrazione per realizzare un parco: «Sembra Marzullo, si fa le domande e si dà le risposte. Che, tra l'altro, danno ragione a noi commercianti»

«Stanco. Stanco di essere additato come il “nemico numero 1 dell’ambiente” che si sottrae al confronto, stanco di continuare a ripetere che una città ha bisogno dei parcheggi, stanco di leggere improbabili “report” sugli utilizzi o meno dei (pochi) parcheggi che ci sono in città. Stanco, infine, di continuare a dover sopportare la “telenovela” della ex Prandina». Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova risponde così a Lucio Passi, esponente di Europa Verde e di Legambiente.

Passi Vs Bertin

«Lucio Passi è un po’ come Marzullo: si fa le domande e si dà le risposte. Dice che il parcheggio della ex Prandina è pieno solo il sabato e così non fa che confermare quanto noi andiamo ripetendo da tempo, ovvero che il commercio cittadino è in grave difficoltà anche per gli impedimenti all’accesso e lavora, in pratica, un giorno la settimana – evidenzia Bertin - Poi asserisce che è pieno anche la domenica, e aggiunge: perché è gratuito. Bella scoperta. La verità è che Padova si meriterebbe un piano del traffico, con relativi parcheggi, degno di questo nome, ma non sembra, probabilmente a causa di veti incrociati, che a Palazzo Moroni, dopo vent’anni di discussioni, ci sia fretta di arrivare ad una qualche conclusione.

La provocazione

«Se Padova deve essere una città senz’auto – continua – ricca solo di bici elettriche e monopattini abbandonati in ogni dove, allora si dica con chiarezza: basta ex Prandina, basta piazza Insurrezione, magari basta anche al parcheggio prossimo venturo sotto largo Europa, il tutto escludendo qualsiasi possibile alternativa – insiste il presidente di Ascom - .Almeno così avremo la certezza che, nell’arco di un paio d’anni, questa città metterà una pietra sopra a ciò che l’ha fatta grande nei secoli, ossia il commercio. Nei mesi bui della pandemia, quando le auto non potevano circolare e non esisteva nemmeno una vita degna di essere definita tale, auto non ce n’erano, ma il PM10 non scendeva. Anzi, è persino aumentato in certi frangenti. Segno evidente che è la nostra posizione nella pianura Padana la causa dello stazionare dei fumi creati, in gran parte, non dalle auto, ma dagli impianti di riscaldamento obsoleti. Tutto questo, mentre avanza prepotente una stagione di vetture ad impatto zero. La nostra posizione sulla ex Prandina è chiarissima: se crediamo che questa città diventi sempre più attrattiva, sempre più apprezzata anche da un turismo internazionale grazie ai siti Unesco di Urbs Picta e dell’Orto Botanico, deve saper decidere e chi ha l’onore di poter decidere deve farlo, ma deve farlo in fretta».

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