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Bitonci attacca Pennacchi sul dialetto nelle scuole, ma lo scontro è sulle sagre

Un lungo post sui social del parlamentare per criticare un'intervista che l'attore ha concesso riguardo la proposta di far entrare il dialetto nella didattica. La (non) replica dell'attore potrebbe però innescare una nuova polemica che assume tratti al limite del surreale

Ci mancava anche questa. La polemica, o quasi, tra l'onorevole Massimo Bitonci e l'attore padovano Andrea Pennacchi. Un'intervista concessa a un quotidiano ha scatenato l'ex sindaco di Padova che in un lungo post su Fb e poi ripreso anche su Twitter accusa l'attore di essere nemico, anzi di odiare, nell'ordine, la Liga e la Lega. Pennacchi nell'intervista aveva, riassumendo, semplicemente parlato del dialetto come qualcosa di dinamico, che cambia e che, testualmente, «non va ingabbiato». Apriti cielo. L'onorevole Bitonci ha visto questo che, ce lo ha confermato al telefono lo stesso Pennacchi, era solo una opinione a seguito di una domanda, come una critica e un attacco alla sua proposta di legge. L'attore poi ha fatto una serie di considerazioni sul fatto che «i giovani finirebbero per odiarlo visto che dovrebbero poi studiarlo a scuola» e poi sottolineato che «se un dialetto è parlato ogni giorno non ha bisogno di entrare nella didattica». Lo dice anche con l'esperienza di chi passa, da tantissimi anni, tempo con giovani nei vari corsi che l'attore ha sempre tenuto.

Bitonci

Questo invece l'onorevole Massimo Bitonci: «In Italia ci son diverse lingue e parlate tutelate per Legge, tra le quali il friulano, il ladino ed il sardo. La nostra proposta di Legge mira alla tutela ed alla diffusione della lingua tradizionale veneta. Questo nulla toglie all’insegnamento di altre materie a livello scolastico. Trovo incredibile che attori e scrittori come Pennacchi, che deve la sua fortuna nel mondo dello spettacolo e non solo, proprio alle sue performance in lingua veneta, boccino questa nostra proposta al grido: "non ingabbiate questa lingua”. Ammettendo poi che di lingua si tratta, in realtà Pennacchi odia la Lega, la Liga, e non perde occasione per citazioni, attacchi anche offensivi. Mai visto alle feste dei veneti, ed altri eventi in lingua, che si svolgono anche a Cittadella da quando ero Sindaco, ma da sempre in tutto il Veneto. Parla di tradizione e cultura Veneta, ammette che è la lingua più diffusa, apre “all’insegnamento delle culture locali”, ma proprio di questo “parla” la proposta di Legge, che probabilmente non ha neppure letto. Gliela manderò! Continueremo a vederlo in TV nei suoi lunghi soliloqui contro una parte della politica, solo una parte ovviamente. Nel frattempo vedremo se una proposta depositata dal sottoscritto e dai colleghi da almeno 15 anni, non “alla carica” come scrive questo giornale visto che se ne sono accorti dopo più di un decennio, troverà spazio nella discussione parlamentare». 

Pennacchi

A Pennacchi, che si trova a Roma negli studi de La 7 per partecipare alla puntata di Propaganda Live condotta da Diego Bianchi, abbiamo chiesto se volesse replicare. Lui serafico, in dialetto ovviamente ci ha risposto così: «cossa vutto che te diga. Ea gò scoperta dai social sta poemica. No so davero cossa dire, nol me gà mai visto a feste dei veneti? A mi? Me pare na magra argomentassion, gnanca mì o gò mai visto aea Sagra del prosciutto de oca de Sant'Urban» (Trad.: «Cosa vuoi che ti dica? L'ho scoperta dai social questa polemica. Non so davvero cosa dire, non mi ha mai visto a feste dei veneti? A me? Mi pare un'argomentazione un po' debole, ma neppure io ho visto lui alla sagra del prosciutto d'oca di di Sant'Urbano»)

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