Confartigianato: «Con la Brexit a rischio 408 milioni di euro di esportazioni per il Padovano»
Una volta che sarà terminata la procedura di instaurazione di tutti i dazi doganali, le esportazioni saranno a rischio, dicono da Confartigianato. Nel 2020 si è registrato un -21%
Tempi dilatati e code per operazioni doganali, nuove norme sull’origine, burocrazia e costi extra più o meno nascosti: da circa un mese la Manica è più stretta per l’import della Unione europea dalla Gran Bretagna a causa delle nuove procedure burocratiche. E la situazione potrebbe peggiorare anche per l’export made in Padova, mettendo in pericolo una fetta degli oltre 408 milioni di euro esportati quest’anno (in periodo pandemico) e soprattutto i 310 milioni di euro di saldo commerciale positivo che la nostra provincia vanta nei confronti dell’Inghilterra.
La preoccupazione di Confartigianato
La preoccupazione è di Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Padova, sulla base dei primi dati sul crollo dell’export inglese (-68%) verso la UE dopo un mese di brexit. «La situazione è preoccupante su più fronti - dice Boschetto -: da quello logistico (con l’eurotunnel che viaggia a rilento e il sistema doganale inglese che sta soffrendo sotto il carico del nuovo lavoro) a quello informatico (disallineamento tra sistemi europei e inglesi); dai nuovi costi più o meno occulti del sistema di sdoganamento, allo spettro del cambio di formula sugli accordi di gestione del trasporto e delle pratiche doganali con nuovi oneri a carico delle imprese. Il nodo è proprio nei trasporti dato che l’88,3% delle merci italiane verso la Gran Bretagna viaggiano su gomma. Vanno individuate procedure più snelle».
I dati
Gli ultimi dati più aggiornati sulla dinamica a settembre 2020 permettono di stimare, nell’intero 2020, 408 milioni di euro le esportazioni padovane verso il Regno Unito e in 97 milioni di euro le importazioni con un saldo commerciale positivo pari a 310 milioni. Gli effetti della crisi Covid-19 sono pesanti. Nel 2020 le esportazioni padovane verso il Regno Unito diminuiscono del -21% (quasi il doppio rispetto al calo italiano -11,9%). In chiave settoriale, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, la maggior parte dei settori registra valori in contrazione rispetto ai primi nove mesi del 2019. Fa eccezione la produzione alimentare (5,1%). Male in particolare, il legno (-70,2%), i mobili (-31,1%) e gli articoli in pelle (-27,7%). «Non dimentichiamo - conclude Boschetto - che sulla competitività delle nostre imprese influisce anche l’apprezzamento dell’euro sulla sterlina registrato nel corso del 2020, +23% a gennaio 2021 sul valore alla date del referendum inglese del 2015».