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BusItalia bussa alla Regione: «Servono più fondi per il trasporto pubblico. Padova trattata male»

Il buco dell'azienda è ora oggetto della rinegoziazione del contratto con gli enti di governo. Tra le possibili soluzioni anche l'aumento del biglietto a 2 euro

BusItalia bussa alla Regione. L'amministratore delegato dell'azienda Stefano Bonora ha chiarito che la crisi del trasporto pubblico passa attraverso i fondi. E a dividerli è il presidente Luca Zaia. «Il governo centrale ogni anno consegna delle risorse alle Regioni che poi le ripartiscono alle province. Padova in Veneto non è sicuramente tra quelle trattate meglio». E non si tratta di pochi soldi. BusItalia ha un buco che si aggira attorno ai 20 milioni di euro, dovuti alle perdite subite durante e dopo la pandemia. Da Roma arrivano fondi, ma poi da Venezia sarebbero suddivisi in maniera non proprio “democratica”.

La Regione

«La Regione è l'ente che distribuisce i fondi per il trasporto pubblico, quindi sono sicuro che un'amministrazione importante come quella di Padova si può far sentire a qualsiasi livello. I criteri di ripartizione della Regione fanno la differenza e ci sono alcune realtà venete che usufruiscono di attenzioni superiori. Ci sarà sicuramente un'origine, una storia e delle motivazioni valide, ma Padova non è seconda a nessuno. Ovviamente non bisogna andare in Regione a dire che BusItalia non ce la fa, ma che sono aumentati metano, gasolio e l'inflazione è oltre il 7%. E non erano aumenti prevedibili». Di quanti soldi parliamo? «A livello centrale sono arrivati 100 milioni in più in Veneto lo scorso anno, mentre nel 2023 dovrebbero essere 200. Diventerà fondamentale la ripartizione di questi fondi sul territorio per la gestione del trasporto pubblico. Noi come corrispettivo riceviamo 1,50 euro a chilometro, che è bassissimo, soprattutto rispetto ad altre province dove si viaggia tra i 3 e i 4 euro a chilometro. Se avessi il triplo dei fondi a disposizione staremmo parlando di altro»

Biglietti

E poi, l'aumento del biglietto. Padova ha dei costi tra i più bassi d'Italia e i tecnici hanno già stimato un possibile aumento da 1,30 euro a 2. «Quella è l'ultima cosa. Perché, anche moralmente, non chiedo più soldi agli utenti se prima non rendo migliore il servizio. Per contratto potremmo farlo e c'è chi, da un giorno all'altro, l'ha aumentato di un euro. Noi troveremo una formula, ma non per ora. Sicuramente noi puntiamo ad essere pronti con un servizio migliore e la rinegoziazione entro l'estate».

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