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Caldo fuori stagione, radicchio a rischio a causa delle temperature elevate

Quest’anno il clima insolitamente mite sta mettendo a serio rischio il raccolto di radicchio, non ancora arrivato alla sua maturazione naturale perché mancano il freddo e il gelo, le condizioni ideali perché la pianta possa completare il suo ciclo ed essere raccolta

L’inverno più caldo degli ultimi anni con temperature decisamente fuori stagione, manda in tilt la maturazione del radicchio, tipica coltivazione invernale, diffusa in particolare nella Bassa Padovana, dai margini della laguna a Codevigo fino alle rive dell’Adige, ma anche a Maserà e dintorni e in alcune zone dell’alta padovana dove si coltivano per lo più le varietà trevigiane.

Radicchio

Quest’anno il clima insolitamente mite sta mettendo a serio rischio il raccolto di radicchio, non ancora arrivato alla sua maturazione naturale perché mancano il freddo e il gelo, le condizioni ideali perché la pianta possa completare il suo ciclo ed essere raccolta. Nelle campagne padovane sono decine e decine ormai gli ettari di radicchio non ancora raccolto a causa del freddo che non c’è. E giorno dopo giorno se non si abbassa la temperatura cresce la preoccupazione fra gli agricoltori, spiega Coldiretti Padova, stimando perdite per almeno il 30% proprio a causa del clima impazzito. «Il radicchio ha bisogno di freddo e gelo per completare la sua maturazione» spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova «invece con questa finta primavera le foglie di radicchio non arrivano ad assumere la tipica colorazione e le caratteristiche per essere raccolte e messe in commercio. Prendiamo il radicchio variegato: se mancano il freddo e la brina mattutina difficilmente si vedranno apparire le classiche screziature. Il prodotto che si potrà raccogliere sarà di dimensioni inferiori e la resa purtroppo sarà più bassa. Stiamo parlando di un prodotto di riconosciuta qualità che richiede però un’attenta lavorazione prima in campo e successivamente in azienda, ma con questo clima sarà un’impresa salvare il raccolto».

Caldo

Bressan mostra delle piante insolitamente alte: «A causa del caldo le piante continuano a crescere in altezza e vanno a seme, ma non produrranno nulla. Gli agricoltori chiamano questo fenomeno “radicchio in amore”, ma non c’è nulla di poetico, purtroppo. E questo è solo uno degli effetti di quest’inverno troppo mite che ha messo il sigillo ad uno degli anni più siccitosi degli ultimi decenni. Anche per l’orzo si annuncia una stagione difficile: a causa della scarsità di precipitazioni molti hanno ritardato di oltre un mese le semine ma chi in qualche modo è riuscito a seminare in tempo ora si trova con delle piante cresciute troppo ma ancora deboli per affrontare tutta la stagione invernale. Il rischio concreto è che nelle prossime settimane ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme delle piante, con pesanti effetti sui raccolti».

Mercato

A questo si aggiungono i riflessi sul mercato, dove è crollata la richiesta proprio dei prodotti tipicamente invernali come radicchi, cavoli, verze. Le temperature miti non hanno favorito il consumo delle verdure di stagione, rimaste invendute, il cui prezzo in queste settimane non ha fatto che scendere. Un’ulteriore beffa per i produttori, sottolinea Coldiretti Padova, che si trovano a fare i conti con le difficoltà in campo per l’inverno che non c’è, i continui rincari dei costi energetici e delle materie prime, fino alla scarsa richiesta dei mercati. La nostra provincia, ricorda Coldiretti Padova, è l’unica nella quale si coltivano tutti i cinque radicchi veneti a marchio Dop (Variegato di Castelfranco, Rosso di Verona, Chioggia, Treviso Precoce e Treviso Tardivo) e sono poco meno di un migliaio gli ettari impegnati. Già lo scorso anno il clima aveva influito negativamente sulla produzione con un calo di oltre il 10 per cento e un prezzo che ha faticato a decollare.

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