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Calo dei giovani in città: la politica si interroga

L'ass. Benciolini: «Si tratta di una fascia di età in cui studio, lavoro, affetti sono spesso fattori non stabili e definitivi. La residenza non è sufficiente per raccontare la realtà della città rispetto a questa fascia di età»

La politica si interroga sui dati riguardo il calo di giovani in città. Il report del Settore Programmazione Controllo e Statistica parla chiaro in questo senso.

Benciolini

Ecco cosa ha commentato l'assessora Francesca Benciolini: «Il numero delle persone residenti nel nostro Comune con età tra i 20 e i 39 anni è calato negli ultimi anni in modo importante, una situazione fotografata dal report del Settore Programmazione Controllo e Statistica pubblicato ieri su www.padovanet.it/informazione/padova-cifre. Il dato deve essere studiato e capito per farne tesoro e poter attivare politiche di maggiore attrattività».

Giovani donne

«Da non sottovalutare - prosegue l'assessora - in questa analisi il fatto che si tratta di una fascia di età in cui studio, lavoro, affetti sono spesso fattori non stabili e definitivi e che la residenza non è forse sufficiente per raccontare la realtà della nostra città rispetto a questa fascia di età. Si pensi ai molti universitari che pur vivendo a Padova non vi risiedono o ai molti padovani e padovane che vivono all'estero senza aver trasferito la loro residenza». Fa anche altre considerazioni l'assessora: «Sono tanti gli aspetti da valutare, non c'è solo un motivo per cui i giovani calano per numero di presenze. Rendere la città sempre più attrattiva, creare percorsi di contaminazione sociale e culturale tra i quartieri sfruttando una vivacità che è comunque sempre presente, mettere nelle condizioni i giovani a rimanere qui e non solo transitarci per il periodo di studio o di specializzazione. Pensiamo ad esempio alle donne: sono meno impiegate e meno assunte eppure mediamente arrivano più in alto dal punto di vista dello studio ma rimangono poi indietro su quello dell'occupazione. Viene naturale andare a cercare il lavoro poi da un'altra parte invece che rimanere nel territorio dove si è studiato se non ci sono opportunità». 

Odette Mbuyi

Sul tema si è espressa anche la candidata de Il Veneto che Vogliamo, Odette Mbuyi: «Siamo una società che sta invecchiando; più che un problema di "invasione" c'è una "fuga" all'estero dei talenti che si formano nelle nostre Università e che poi non rientrano; esiste la necessità di ragionare in maniera "glocale" - usa proprio questo termine - mettendo da parte stereotipi e lasciando spazio ai ragionamenti che i numeri ci impongono. Mi piace pensare ad una Padova interculturale, in grado di intrecciare mondi e diversità, che fa della capacità di essere inclusiva con tutte e tutti la propria leva, la propria forza, la propria attrattiva. Pensiamoci, consapevoli della complessità di tutto questo, perché finora a problemi così complessi sono state date risposte semplici e veloci. Peccato siano state quelle sbagliate».

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