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Caporalato, Cia e Coldiretti in coro: «La legalità viene prima di tutto»

«La parola chiave è legalità. Giusto che le aziende agricole siano sottoposte a costanti controlli da parte delle autorità preposte»

«La parola chiave è legalità. Giusto che le aziende agricole siano sottoposte a costanti controlli da parte delle autorità preposte». Così il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini, sul caso di caporalato avvenuto in Provincia e accertato dai carabinieri della tutela del lavoro di Venezia.

Cia Padova

Prosegue Antonini: «In primo luogo mi preme sottolineare che la stragrande maggioranza delle imprese agricole sono in regola. Questo, naturalmente, non significa che bisogna soprassedere sul singolo episodio. Una soluzione per eliminare del tutto tale deprecabile fenomeno è il corretto funzionamento dei Centri per l’impiego, strutture nelle quali domanda e offerta di occupazione si incontrano secondo normative ben precise. Deve funzionare, in altri termini, la rete del lavoro agricolo”. Sullo sfondo rimane un altro elemento di criticità, ovvero che solamente il 17% del prezzo finale del prodotto va in tasca agli stessi agricoltori. Il resto della quota parte, invece, si ferma nelle pieghe della filiera. Siamo consapevoli di questa anomalia e ci stiamo adoperando affinché vi sia maggiore redditività per chi ha ancora il coraggio di investire nel settore». Cia, infine, ha aderito a “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. «Un modo - conclude Antonini - per portare avanti il tema della legalità. L’intento è sollecitare la società civile alla lotta alla criminalità organizzata».

Coldiretti Padova

Stessa linea di pensiero anche per Coldiretti Padova: «La legalità e il rispetto delle regole e della dignità umana vengono prima di tutto. Proprio in Veneto è stato siglato un protocollo della legalità tra Regione e parti sociali. Si tratta di uno strumento che prevede controlli e promuove la cultura della trasparenza contro episodi di sfruttamento e caporalato nelle campagne. I controlli delle autorità, con i casi venuti alla luce in queste ore, evidenziano ancora sacche oscure dove il malaffare si insinua. Nonostante il grande impegno di contrasto i furbetti continuano ad agire contro la dignità umana». A questo proposito proprio la prossima settimana il 18 febbraio a Roma sarà presentato il progetto 'Lavoro stagionale: dignità e legalità che ha lo scopo di tutelare con azioni coordinate  il sistema occupazionale del settore primario dove il contributo dei lavoratori stranieri è determinante. Non è un caso che vi partecipino ben cinque ministri contemporaneamente: Interno, Esteri, Giustizia, Politiche Agricole e Lavoro. «Il lavoro stagionale rappresenta la componente prevalente dell’occupazione nelle campagne dove il contributo dei lavoratori stranieri è divenuto determinante. Scopo del progetto è di migliorare la disciplina e gestione del lavoro stagionale, al fine di assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali, e, al tempo stesso, di consentire alle imprese agricole di sostenere la concorrenza internazionale».

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